Sì, è possibile obbligare un comproprietario a vendere, ma solo chiedendo la divisione giudiziale dell’intero immobile.
La legge (art. 1111 c.c.) garantisce a ogni comproprietario il diritto di uscire dalla comunione in qualsiasi momento, ma non può obbligare un altro a cedere solo la sua quota. Se non c’è accordo tra tutti, il giudice può ordinare la vendita forzata dell’immobile e dividere il ricavato in base alle quote.
In sintesi:
Quando un immobile è in comproprietà, può capitare che alcuni vogliano venderlo per ottenere liquidità, mentre altri preferiscano mantenerlo come abitazione o affittarlo. In questi casi sorge il dubbio: è possibile obbligare un comproprietario a vendere? In questo articolo spieghiamo cosa prevede la legge, le opzioni disponibili e i passaggi per tutelare tutti i proprietari coinvolti.
Ogni comproprietario ha il diritto di mantenere o cedere la propria quota, ma non può essere obbligato a venderla a un altro comproprietario. La legge (art. 1111 c.c.) permette però a ciascun titolare di chiedere in ogni momento la divisione della cosa comune, che può portare alla vendita dell’intero immobile.
Se c’è accordo, si procede con una vendita amichevole:
Se non c’è accordo, si passa alla divisione giudiziale:
Tipo di azione | Procedura | Tempi indicativi | Costi stimati* |
---|---|---|---|
Vendita amichevole | Accordo tra comproprietari per vendere insieme o cedere le quote a chi resta. | 1–3 mesi | Bassi: eventuale perizia (200–500 €) + notaio se si trasferiscono quote. |
Vendita della propria quota | Vendere agli altri comproprietari (prelazione) o a terzi. | 1–6 mesi | Notaio (1.000–2.000 €) + eventuale agenzia immobiliare. |
Divisione consensuale | Accordo scritto davanti a un notaio per assegnare parti del bene o liquidare le quote. | 2–4 mesi | Notaio (1.000–3.000 €) + eventuale perizia. |
Divisione giudiziale | Ricorso al tribunale per vendere l’intero immobile e dividere il ricavato. | 12–24 mesi | Medio-alti: avvocato (2.000–6.000 €), contributo unificato (200–500 €), perito (800–2.000 €). |
Per approfondire puoi leggere i nostri articoli su come vendere la quota di casa ereditata o l’articolo sulla vendita di un immobile ereditato o su come comportarsi in caso di comproprietà tra fratelli.
Se il rifiuto di un comproprietario provoca un danno economico agli altri, può essere richiesto un risarcimento, ma solo in casi specifici e dimostrabili, ad esempio se:
Per ottenere il risarcimento è necessario:
Passi consigliati: tentare la mediazione, consultare un avvocato specializzato e raccogliere prove documentali (contratti, comunicazioni, perizie).
Il primo tentativo da fare sarà sempre quello della vendita amichevole, per la quale i comproprietari si accordano sul da farsi, senza arrivare davanti a un giudice.
Un esempio di accordo potrebbe essere quello in cui il comproprietario che non vuole vendere acquisti le quote di coloro che invece desiderano farlo, nelle modalità che essi preferiscono. Tale richiesta potrebbe essere proposta sia dagli altri comproprietari ma anche dallo stesso giudice.
Per fare questo servirebbe e sarebbe di grande aiuto una valutazione immobiliare, per comprendere il valore dell’immobile. A tal proposito, ricordiamo che sul nostro sito è possibile effettuare una valutazione immobiliare online gratuita, con un report completo inviato per email.
Nel caso in cui non si trovasse un accordo, i comproprietari che desiderano vendere possono effettuare un’azione legale contro chi non vuole vendere. Tale azione legale si chiama “azione di divisione”.
Con l’azione di divisione si richiede l’intervento di un giudice che procederà a determinare le condizioni di vendita e la conseguente divisione del ricavato tra i comproprietari dell’immobile, in base alle rispettive quote.
Se vuoi vendere la tua metà dell’immobile a una persona estranea, devi considerare che l’acquirente diventerà comproprietario con l’altro titolare. Questo comporta la necessità di condividere l’uso e la gestione della casa, una situazione che non sempre è facile o desiderabile. Inoltre, l'altro comproprietario ha il diritto di prelazione, ossia la possibilità di acquistare la tua quota alle stesse condizioni offerte al potenziale acquirente esterno.
Se l’altro proprietario è disposto a comprare, questa è spesso la soluzione più semplice. In questo caso, la casa passerebbe interamente a una sola persona, eliminando la situazione di comproprietà e le relative complicazioni. Questa strada riduce anche i rischi di conflitti futuri.
Se l’immobile lo consente, un’alternativa è dividerlo in due unità separate, ciascuna con ingressi e servizi autonomi. Una volta completata la divisione, la tua metà potrà essere venduta come unità indipendente. Questa opzione, però, richiede lavori edilizi, costi potenzialmente significativi e il rispetto delle normative urbanistiche locali.
Qualsiasi opzione richiede di affrontare questioni fiscali e burocratiche. La vendita di una quota di proprietà può comportare imposte e spese notarili, che vanno calcolate per valutare la convenienza dell’operazione. Inoltre, è fondamentale coinvolgere un notaio o un avvocato esperto per garantire che la transazione avvenga in conformità con la normativa vigente.
Si ha proprietà indivisa quando più persone possiedono insieme un immobile senza quote fisiche assegnate, ma solo quote ideali (es. 50%, 25%). Tutti possono usare l’intero bene nei limiti delle proprie quote e le decisioni sulla gestione richiedono:
Per uscire dalla comproprietà si può:
Se le trattative amichevoli falliscono e la comproprietà diventa insostenibile, è possibile rivolgersi al tribunale per chiedere la divisione giudiziale dell’immobile. Questo procedimento permette di risolvere la comproprietà in modo definitivo.
Che si tratti di eredità o di comproprietà ordinaria, le opzioni per sciogliere la comunione sono le stesse:
In media da 12 a 24 mesi, ma può prolungarsi in caso di opposizioni, perizie complesse o aste andate deserte.
I costi ariano in base al valore dell’immobile e alla complessità della causa. Per un avvocato si possono spendere dai 2.000 ai 6.000€, per un perito dagli 800 ai 2000€, mentre per le tasse giudiziarie dai 200 ai 500€.
Sì, ma gli altri comproprietari hanno diritto di prelazione e possono acquistarla alle stesse condizioni offerte al terzo.