Uno dei pilastri del sistema tributario italiano, l’IRPEF è un’imposta che è opportuno conoscere approfonditamente, soprattutto quando ci si affaccia sul mondo del lavoro. In questa guida spiegheremo con parole semplici che cos’è l’IRPEF, come funziona, come si calcola e perché è così importante per il nostro sistema fiscale.
Partiamo dalla definizione. IRPEF è un acronimo che sta per imposta sul reddito delle persone fisiche. Si tratta di un’imposta progressiva, personale e diretta, che grava su chi produce reddito da:
Secondo quanto indicato dall’articolo 53 della Costituzione italiana, l’IRPEF è un’imposta progressiva. Ciò significa che non tutti i contribuenti pagano indistintamente la stessa cifra. L’importo da versare è proporzionale all’aumentare della possibilità economica.
Al contempo, si tratta di un’imposta diretta, che colpisce direttamente la ricchezza nel momento in cui viene prodotta.
A regolamentare questa tassa è il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), emanato con il decreto del Presidente della Repubblica numero 917 del 22 dicembre 1986, che illustra come calcolarla e pagarla, nonché come funzionano le detrazioni e le deduzioni.
Nata con la riforma tributaria del 1973, l’imposta sul reddito delle persone fisiche si applica a:
Chi vive in Italia è tenuto a pagare l’IRPEF per i redditi prodotti e i beni posseduti sia sul territorio nazionale che all’estero. Per chi non risiede in Italia, invece, questa tassa si paga solamente per i proventi prodotti sul territorio italiano.
Il tuo reddito non supera gli 8000 euro? Non devi pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche. I redditi inferiori, per la precisione, a 8174 euro sono collocati in quella che viene definita no tax area, esente dall’imposizione fiscale.
In generale, non paga l’IRPEF chi percepisce:
Sono esentati dal pagamento dell’imposta anche i pensionati over 75 senza altri redditi che percepiscono una pensione inferiore a 8000 euro all’anno.
Gestita dall’Agenzia delle Entrate, l’imposta sul reddito delle persone fisiche contribuisce al finanziamento dei servizi pubblici essenziali, come l’assistenza sanitaria, la pubblica istruzione, le infrastrutture e la previdenza sociale.
L’obiettivo è garantire una distribuzione equa del carico fiscale, considerando la capacità contributiva e promuovendo la solidarietà sociale.
Per il calcolo netto dell’IRPEF occorre tenere in considerazione diversi fattori, quali:
Sinteticamente, per calcolare l’imposta sul reddito delle persone fisiche è necessario:
L’imposta lorda viene calcolata applicando a ogni scaglione una diversa aliquota di prelievo.
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che il tuo reddito complessivo annuo ammonti a 40.000 euro per l'anno fiscale 2023. Per calcolare l'IRPEF dovrai:
Supponiamo che gli oneri deducibili ammontino a 5.000 euro. Sottraendo 5.000 euro di deduzioni al reddito complessivo di 40.000 euro, otteniamo un reddito imponibile di 35.000 euro.
Per i primi 15.000 euro: 15.000 euro * 23% = 3450 euro
Per la fascia successiva (da 15.001 a 28.000 euro):(28.000 euro - 15.000 euro) * 25% = 3250 euro
Per la parte di reddito oltre i 28.000 euro: (35.000 euro - 28.000 euro) * 35% = 2450 euro
Imponibile lordo = 3.450 euro + 3.510 euro + 2.450 euro = 9.410 euro
Supponiamo che, tra gli interessi per il mutuo relativo alla prima casa e le spese sanitarie e veterinarie, le detrazioni previste siano di 2.000 euro.
Imposta netta = imponibile lordo - detrazioni
Imposta netta = 9410 euro - 2000 euro = 7410 euro
Quindi, nell'esempio fornito, l'IRPEF netta per un reddito complessivo di 40.000 euro, considerando gli oneri deducibili e le detrazioni, sarebbe di 7410 euro.
Aliquote e scaglioni sono i pilastri su cui si basa l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Nel nostro Paese, come accennato, l’IRPEF si basa sul principio della progressività, che impone che l’importo da pagare aumenti proporzionalmente all’aumento del reddito dichiarato secondo un sistema di scaglioni e aliquote. In sostanza, chi guadagna di più paga più tasse sul reddito rispetto a chi guadagna meno.
La riforma varata dal Governo Draghi ha ridotto da cinque a quattro gli scaglioni IRPEF, ciascuno con un’aliquota differente.
La Legge di Bilancio 2023, attualmente in vigore, fissa quattro scaglioni di aliquote, con quote incrementali all’aumentare del reddito del contribuente. Li illustriamo dettagliatamente di seguito:
A seconda della tua Retribuzione Annua Lorda (RAL) rientrerai in uno dei quattro scaglioni. Se, per esempio, hai un reddito annuo di 31.000 euro, il tuo scaglione sarà il terzo.
Ricorda che, a partire dal secondo scaglione, l’aliquota si applica solo sulla parte di reddito che eccede l’importo dello scaglione precedente. Ricollegandoci all’esempio precedente, se hai un reddito di 31.000 euro, la tassazione viene calcolata nel seguente modo:
L’IRPEF dovuta complessivamente è pari a 7750 euro in questo caso.
Le deduzioni fiscali sono agevolazioni che intervengono sul reddito complessivo prima che avvenga il calcolo dell’IRPEF.
Tra le spese che puoi portare in deduzione ci sono:
Sottraendo queste voci al reddito complessivo, si assottiglia l’importo sul quale viene calcolata l’IRPEF.
Le detrazioni IRPEF, invece, sono agevolazioni da applicare dopo aver calcolato l’imposta, per ridurre l’esborso. Tra le principali detrazioni fiscali indichiamo:
Sono detraibili anche gli interventi in edilizia, tra cui Superbonus e bonus ristrutturazione.
Alle aliquote IRPEF si aggiungono anche le addizionali regionali e comunali. Si tratta di percentuali fissate dagli enti locali. La misura di tali addizionali varia da ente a ente e in genere non supera il 3,3% per le regioni e lo 0,8% per i comuni.
Desideri consultare l’elenco completo delle addizionali IRPEF suddivise per regioni? Puoi farlo sul sito del Ministero delle Finanze.
I lavoratori dipendenti pagano parte dell’IRPEF in busta paga. In questo caso occorre semplicemente sottrarre all’imposta lorda, calcolata sul totale dei redditi prodotti nell’anno fiscale, le detrazioni, regolate dall’articolo 13 del TUIR.
Ai lavoratori dipendenti è riservato il bonus Renzi, un trattamento integrativo che, in seguito alle modifiche apportate alla legge numero 3 del 5 febbraio 2020, viene inserito direttamente in busta paga nella misura di 1200 euro per i redditi fino a 15.000 euro.
Il 30 settembre rappresenta la scadenza entro cui chi presenta il modello 730 deve pagare l’IRPEF. Per chi, invece, presenta il Modello Redditi Persone Fisiche, la prima e la seconda rata devono essere versate rispettivamente entro il 30 giugno e il 30 novembre.
Per i contribuenti residenti sul territorio italiano, l’imposta si paga tramite F24. Ai non residenti è richiesto di fare un bonifico all’Agenzia delle Entrate o usare il servizio online.
L’IRPEF viene applicata anche alla pensione. Le aliquote IRPEF introdotte con la riforma varata dal Governo Draghi vengono applicate all’importo lordo della pensione, trattenendo una quota da destinare al fisco.
Sì, a meno che il tuo reddito rientri nella cosiddetta no tax area.
Per il periodo d’imposta 2023, secondo quanto sancito dall’articolo 4 del decreto legge numero 145 del 18 ottobre 2023, i titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente abbiano dichiarato meno di 170.000 euro possono versare la seconda rata di acconto entro il 16 gennaio dell’anno successivo.