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Valore venale di un immobile, calcolo e differenze con valore catastale e di mercato

Salvatore
20.09.2025
8 min
Risposta rapida

Il valore venale è il prezzo più probabile al quale un immobile può essere compravenduto alla data di stima, nell’ambito di una libera trattativa tra parti indipendenti e informate, senza vincoli o costrizioni, con tempi di commercializzazione ordinari e pagamento in denaro, tenendo conto delle caratteristiche intrinseche ed estrinseche del bene (ubicazione, stato, pertinenze, diritti e pesi, conformità urbanistica/edilizia/energetica) ed escludendo situazioni anomale (svendite forzate, corrispettivi in natura, arredi non pertinenti, rapporti di favore).

Sintesi

  • Valore venale: è il prezzo più probabile in una libera trattativa di mercato per quell’immobile in quel momento.
  • Valore di mercato: è il prezzo di riferimento quando l’immobile è esposto al mercato, spesso ricavato con stime comparative.
  • Valore catastale: è un valore fiscale, calcolato dalla rendita catastale rivalutata del 5% moltiplicata per un coefficiente che dipende dalla categoria e dall’uso (es. prima casa = 115,5, altri A/C = 126). Per gli acquisti con imposta di registro si applica spesso il criterio “prezzo-valore” basato proprio sul valore catastale.
Infografica che illustra il significato del valore venale di un immobile

Il concetto di valore venale è centrale nelle stime immobiliari, ma spesso viene confuso con altri parametri come il valore di mercato o quello catastale. In questo articolo spieghiamo cos’è, come si determina e quali sono le differenze rispetto agli altri criteri di valutazione.

Valore venale di un immobile: significato

Nel settore immobiliare, con il termine valore venale si intende il prezzo che viene offerto da un potenziale acquirente per comprare un immobile. È determinato da una valutazione immobiliare e corrisponde alla somma del valore fondiario e il valore dell'immobile stesso.

Il valore venale consente di definire il prezzo di vendita di una casa. Calcolarlo, quindi, è utile nel momento in cui si decide di mettere in vendita un immobile, per scongiurare il rischio di proporre un prezzo eccessivamente basso o alto.

Come calcolare il valore venale di un immobile

Per calcolare il valore venale di un immobile bisogna considerare il rapporto tra domanda e offerta. Se la domanda è maggiore rispetto all’offerta, il valore venale riferito a un immobile sarà maggiore, determinando un prezzo di vendita più alto. Se, invece, l’offerta è maggiore rispetto alla domanda, il valore venale tenderà a diminuire, portando a un prezzo di vendita più basso.

Il contesto in cui si trova immobile è un fattore decisivo. La zona influenza la richiesta. Si pensi, per esempio, alla differenza che intercorre tra un immobile che si trova in un’area di grande valore artistico o paesaggistico o, al contrario, in una zona industriale trafficata, congestionata e rumorosa.

Anche garage, cantine, posti auto, balconi, verande e ascensori sono elementi che condizionano il valore venale di un immobile.

Chi stabilisce il valore venale di un immobile? 

Il valore venale non lo “fissa” un’autorità: lo determina il mercato. In pratica, viene stimato da un professionista abilitato (geometra, architetto, ingegnere, perito/valutatore) tramite metodi riconosciuti — soprattutto comparativo su vendite recenti di immobili simili — e poi diventa la base di riferimento nella trattativa tra venditore e acquirente.

In ambito specifico, altri soggetti possono produrre stime: l’esperto della banca per i mutui, il CTU nominato dal giudice in caso di contenzioso, la Pubblica Amministrazione per espropri o accertamenti. Banche dati e quotazioni (es. listini, OMI, Borse Immobiliari) supportano la stima ma non sostituiscono la perizia: il valore venale è il prezzo più probabile in condizioni ordinarie, risultante dall’incontro fra domanda e offerta in quel luogo e in quel momento.

Calcolo del valore venale di un immobile e del suo aumento tramite l'agenzia delle entrate

L’Agenzia delle Entrate non determina il valore venale: è il mercato a formarlo e lo stima un tecnico con metodi riconosciuti.  

L’Agenzia mette a disposizione quotazioni OMI come intervalli indicativi di €/m² per zona e tipologia: hanno natura indiziaria, non sono vincolanti e non sostituiscono una perizia; servono solo come riferimento di contesto. I servizi catastali (rendite/visure) sono utili al valore catastale, non al valore venale.

In ambito fiscale, il “valore venale in comune commercio” rileva soprattutto per successioni/donazioni (base imponibile alla data dell’evento) e per l’IMU sulle aree edificabili (valore venale al 1° gennaio, con criteri guida fissati dai Comuni).

Come procedere, in pratica, usando gli strumenti dell’Agenzia come supporto

  1. Recupera visura e rendita dell’immobile (servizi AdE).
  2. Consulta le quotazioni OMI della microzona per tipologia e stato per ottenere un range puramente indicativo: le OMI hanno funzione di indirizzo e non determinano il valore venale. Vanno sempre integrate con comparabili reali e con correttivi motivati.
  3. Integra con comparabili reali (vendite/atti recenti, listini/borse immobiliari camerali) e applica correttivi per piano, esposizione, stato, pertinenze, classe energetica, diritti/servitù. (Le borse immobiliari operano nell’ambito della L. 580/1993).
  4. Arriva a un valore puntuale (o a un intervallo stretto) motivando gli aggiustamenti rispetto ai range OMI, che restano indiziari. 
Valore di mercato edificio

Cosa cambia nel calcolo del valore venale di un terreno?

Per i terreni il valore venale dipende soprattutto dalla destinazione urbanistica.

  • Terreno edificabile: si stima in base alla potenzialità edificatoria (indice/volumetria, destinazione d’uso ammessa), alla localizzazione e ai tempi/iter autorizzativi. Oltre al metodo comparativo su lotti simili, si usa spesso il metodo di trasformazione (residuale):

    valore area ≈ (valore del costruito finito − costi di costruzione − oneri di urbanizzazione − spese tecniche/finanziarie − utile d’impresa − rischio).

    eventualmente attualizzato per i tempi. Incidono anche urbanizzazioni esistenti/da realizzare, frazionamenti, perequazioni/cessioni standard, servitù, vincoli (paesaggistici, idrogeologici), morfologia, accessi e infrastrutture.

  • Terreno agricolo: prevale la capacità produttiva. Oltre ai confronti di mercato, si può usare la capitalizzazione del reddito:

    valore ≈ reddito agrario netto / tasso di capitalizzazione.

    Pesano qualità e fertilità del suolo, irrigazione e disponibilità idrica, giacitura e accessibilità, ordinamento colturale (vigneto/oliveto/arboreo vs seminativo), impianti presenti, titoli/diritti connessi (es. irrigui), eventuali vincoli e servitù.

Valore di mercato di un immobile: cos’è?

Con valore di mercato di un immobile si intende il prezzo che ha il bene stesso quando viene immesso sul mercato immobiliare.

Per vendere un immobile occorre innanzitutto fare una valutazione del suo valore e poi stabilire un prezzo di vendita equo e in linea con il mercato.

È consigliabile eseguire una stima comparativa, consultando gli annunci di vendita e valutando i prezzi di immobili simili nella stessa zona. Può altresì essere utile controllare le borse immobiliari delle Camere di Commercio, regolamentate dalla legge numero 580 del 29 dicembre 1993.

Per calcolare il valore di un immobile bisogna fare una valutazione dettagliata in modo da capire quali funzioni saranno soddisfatte. Ad esempio un immobile che verrà ristrutturato per creare delle nuove abitazioni sarà stimato con una determinata cifra, mentre se verranno costruiti negozi o uffici cambierà il suo valore.

Come calcolare il valore di mercato di un immobile

Il metodo più semplice per calcolare il valore di mercato di un immobile consiste nel moltiplicare la metratura dell'unità immobiliare per il prezzo al metro quadro fissato nella zona in cui si trova.

La formula è la seguente:

Prezzo al metro quadro x numero metri quadri superficie totale = valore di mercato immobile

Per avere una valutazione più dettagliata è opportuno considerare anche altre variabili, tra cui la posizione geografica dell'immobile e la sua destinazione d’uso.

Cos’è il valore catastale di un immobile

Il valore catastale di un immobile è il suo valore fiscale. Si tratta di un importante dato che viene utilizzato per determinare l’importo delle imposte legate agli atti di compravendita immobiliare e a operazioni relative al trasferimento della proprietà dei beni che il proprietario dovrà versare allo Stato.

Come vedremo nel prossimo paragrafo, la funzione dell'immobile ne determina il valore catastale.

Calcolo della rendita catastale di un immobile secondo la legge

Per sapere il valore catastale di un immobile bisogna avere a disposizione due elementi essenziali:

Per conoscere la rendita catastale di un immobile occorre moltiplicare l’estensione in metri quadri per la tariffa d’estimo, decisa autonomamente da ogni comune. Per conoscere questi dati è necessario fare richiesta all’ufficio del catasto o recuperarli tramite la dichiarazione dei redditi o dopo aver fatto una richiesta, anche online, all’ente predisposto.

Tariffa d’estimo per il calcolo del valore catastale di un immobile

La tariffa d’estimo, come accennato, cambia in base alla categoria a cui appartiene l’immobile in questione. Le categorie sono le seguenti, con i relativi coefficienti:

  • immobili con funzione abitativa legata alla prima casa: coefficiente di 115,5;
  • fabbricati appartenenti alla categoria catastale A, come per esempio ville unifamiliari (esclusi gli A7/10): coefficiente di 126;
  • fabbricati appartenenti alla categoria catastale B, come caserme, collegi, convitti e seminari: coefficiente di 176,4;
  • immobili appartenenti alla categoria C, come per esempio i magazzini (esclusi i C/1): coefficiente di 126;
  • uffici appartenenti alla categoria A/10: coefficiente di 63;
  • negozi appartenenti alla categoria C/1: coefficiente di 42,84;
  • immobili appartenenti alla categoria D, come per esempio cinema, fabbriche, ospedali e banche: coefficiente di 63;
  • immobili appartenenti alla categoria E, costruzioni a uso pubblico o d’interesse collettivo: coefficiente di 42,84.

Per quanto riguarda i terreni agricoli, il valore catastale si ottiene applicando il coefficiente 112,5 direttamente al reddito dominicale: Valore catastale terreno agricolo = reddito dominicale × 112,5 (il coefficiente incorpora la rivalutazione del 25%). A tal proposito interessante è anche il concetto di valore del terreno edificabile

Fonti

  • Agenzia delle Entrate – “L’acquisto di una casa: le imposte”: spiega il calcolo del valore catastale per fabbricati abitativi diversi dalla prima casa (rendita × 1,05 × 120 = 126). Agenzia Entrate
  • Agenzia delle Entrate – Consultazione rendite catastali (servizio ufficiale): dove reperire la rendita catastale dell’immobile. Agenzia Entrate
  • Ministero delle Finanze – D.M. 14/12/1991: decreto che determina i moltiplicatori da applicare alle rendite catastali per il calcolo del valore ai fini d’imposta. Def Finanze
  • Notariato – “Valutazione automatica / Prezzo-valore” (dispensa): quadro operativo su moltiplicatori (115,5; 126; 63; 42,84) e applicazione del criterio prezzo-valore negli atti. Notai Ricciardi
  • Legge 580/1993 (Unioncamere, testo consolidato): disciplina e funzioni delle Camere di Commercio e delle borse immobiliari. Unioncamere
  • Definizione di “valore venale” in ambito tecnico-giuridico: sintesi normativa e criteri di determinazione. Legislazione Tecnica

FAQ

Quando posso usare il criterio “prezzo-valore” nel rogito e cosa cambia in pratica?

Il prezzo-valore è applicabile quando acquisti da privato un immobile abitativo con imposta di registro: la base imponibile non è il prezzo dichiarato ma il valore catastale (rendita × 1,05 × coefficiente). In pratica, paghi le imposte su un importo spesso inferiore al prezzo e sei al riparo da accertamenti sul valore; l’aliquota resta quella prevista (2% prima casa; 9% altre abitazioni). Non si applica agli acquisti soggetti a IVA.

Gli OMI dell’Agenzia e le Borse Immobiliari delle Camere di Commercio bastano per stimare il valore venale?

No. Le OMI forniscono intervalli indicativi e hanno natura non vincolante; le Borse Immobiliari offrono listini e dati di scambio. Sono fonti di contesto, ma non sostituiscono la stima puntuale del valore venale, che richiede comparabili reali, omogeneizzazioni/correttivi (piano, stato, pertinenze, APE, vista, vincoli) e, quando necessario, perizia professionale.

Come incidono abusi edilizi, sanatorie e conformità urbanistica sul valore venale?

Difformità non sanate o pratiche mancanti riducono l’appetibilità, allungano i tempi e possono deprezzare sensibilmente; la sanatoria o il ripristino riportano l’immobile in conformità e riducono il rischio, migliorando il valore. In trattativa, la presenza di abusi incide spesso più del mero costo lavori perché sposta responsabilità e tempistiche; per questo la due diligence urbanistico-catastale è cruciale prima di fissare il prezzo.

Cosa succede se la rendita catastale non c’è ancora o varia (immobile nuovo, frazionamento, ristrutturazione)?

In assenza di rendita si procede con accatastamento e attribuzione provvisoria/definitiva; fino a quel momento alcune imposte possono essere calcolate su valori provvisori o sul prezzo. Se dopo lavori la rendita aumenta, il valore catastale cresce di conseguenza e cambia la base imponibile per imposte future. La rendita si reperisce e verifica sul portale dell’Agenzia o tramite visura aggiornata.

Salvatore
Salvatore D. scrive articoli sul settore immobiliare da 8 anni. È specializzato in finanza, assicurazioni e mercato immobiliare. Si è laureato all’Università di Catania in Italia, con un doppio Master in Economia e Marketing
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