Scopriamo cos’è l'attestato di rispondenza di un impianto domestico alle norme tecniche di sicurezza, a cosa serve e a chi rivolgersi affinché venga stilato.
L’attestato o dichiarazione di rispondenza (DiRi), introdotto dal decreto numero 37 del 22 gennaio 2008, è un documento che dimostra che un determinato impianto o parti dello stesso siano stati progettati, installati, collaudati, utilizzati e manutenuti correttamente e nel pieno rispetto della legislazione vigente in materia di sicurezza.
L’attestato di rispondenza garantisce, quindi, la sicurezza, l’efficienza e il corretto funzionamento di un determinato impianto all’interno di un immobile e ne attesta la conformità alla normativa vigente all’epoca di installazione, tenendo conto delle condizioni di esercizio e della destinazione d’uso dell’edificio. Il documento si configura come una garanzia di sicurezza e corretta funzionalità di un impianto, contribuendo così a ridurre il rischio di sinistri, guasti, disagi e danni a persone e proprietà.
L’attestato di rispondenza degli impianti di un immobile rientra nel novero di documenti che il proprietario è tenuto a consegnare, in caso di vendita o locazione, all’acquirente o al locatario. Come indicato nell’articolo 1490 del codice civile, il venditore deve garantire che la proprietà sia immune da vizi, irregolarità e criticità che la possano rendere inidonea all’uso a cui è destinata o che possano comportare una significativa riduzione del valore dell’immobile.
La finalità della dichiarazione di rispondenza è confermare che uno specifico impianto sia stato progettato, installato, collaudato, utilizzato e manutenuto nel pieno rispetto di:
Nello specifico, per quanto riguarda gli impianti installati prima dell'introduzione della legge numero 46 del 5 marzo 1990 è richiesta la rispondenza alle norme generali di sicurezza di cui all'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana del 31 marzo 1989.
Per quanto riguarda gli impianti realizzati dopo l'introduzione della legge numero 46 del 5 marzo 1990 e prima dell’emanazione del decreto numero 37 del 22 gennaio 2008, si intende rispondenza ai requisiti indicati dalla legge numero 46 del 5 marzo 1990.
Gli impianti installati in seguito all’introduzione del decreto numero 37 del 22 gennaio 2008 dovranno essere rispondenti a quanto indicato dal secondo comma dell’articolo 6 di detto decreto.
L’attestato di rispondenza è un documento sostitutivo della dichiarazione di conformità (DiCo), regolamentata dal decreto del Presidente della Repubblica numero 447 del 6 dicembre 1991, nel caso in cui quest’ultima fosse irreperibile, inesistente o non prodotta.
In altre parole, la stesura del certificato di rispondenza ha la finalità di garantire dal punto di vista documentale la sicurezza di quegli impianti per cui la dichiarazione di conformità non sia stata rilasciata o non sia più reperibile.
Nello specifico, l’attestato di rispondenza sostituisce la DiCo in caso di:
La principale differenza tra la dichiarazione di conformità e l’attestato di rispondenza è che quest’ultimo si elabora esclusivamente per impianti già esistenti, mentre la DiCo è redatta dal tecnico che si è effettivamente occupato dell'installazione dell'impianto in questione all’interno dell’immobile. L’attestato di rispondenza viene rilasciato da un professionista abilitato che, a posteriori, certifica la corrispondenza dell'impianto a quanto previsto dalla normativa di riferimento.
A differenza della dichiarazione di conformità, inoltre, l’attestato di rispondenza non ha una scadenza specifica e mantiene la sua validità fintanto che l’impianto rimanga inalterato nelle sue condizioni originarie.
L’attestato di rispondenza può essere rilasciato solo da professionisti operativi da almeno un quinquennio nel settore impiantistico specifico a cui si riferisce la dichiarazione. Per poter produrre un attestato di rispondenza, il professionista deve essere regolarmente iscritto a un albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste.
Il documento viene stilato in seguito a un sopralluogo in cui si eseguono:
Il professionista è responsabile in toto di quanto decida di dichiarare nell’attestato di rispondenza. Le eventuali responsabilità civili ricadono direttamente su di lui, non sull'impresa a cui è subordinato.
A differenza della dichiarazione di conformità, per cui è stato prodotto un modello ufficiale da utilizzare, per l’attestato di rispondenza non è disponibile un template ministeriale standard. Proponiamo, quindi, di seguito un esempio di quale possa essere il contenuto di una dichiarazione di rispondenza.
Luogo e data ____
Il sottoscritto ____, in qualità di responsabile tecnico da ____ anni di un’impresa abilitata operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la presente dichiarazione e attualmente responsabile tecnico dell’impresa ____ operante nel settore ____, con sede a ____, in esito al sopralluogo e accertamento dell'impianto ____ installato nell’anno ____ nell’immobile destinato a civile abitazione di proprietà di ____ sito a ____ in via/piazza ____, dichiara sotto la propria personale responsabilità per quanto materialmente verificabile, la rispondenza dell'impianto alla norma tecnica vigente all'epoca della sua installazione, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del decreto numero 37 del 22 gennaio 2008, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l'edificio.
A integrazione di tale dichiarazione, il sottoscritto allega:
risultati delle prove strumentali eseguite sull'impianto per testarne la sicurezza e la funzionalità con esito positivo;
Il sottoscritto declina ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissioni dell'impianto da parte di terzi e da carenze di manutenzione o riparazione.
Timbro e firma del responsabile tecnico ____
Per il rilascio di un certificato di rispondenza occorre preventivare una spesa di circa 400-500 euro. Nel dettaglio, sono previste due voci di spesa, quali:
È doveroso specificare che la mancata presentazione del certificato di rispondenza per un impianto domestico rappresenta una grave infrazione alle norme di sicurezza, per cui sono previste sanzioni pecuniarie che possono arrivare a 10.000 euro. In caso di sinistri causati da impianti non conformi alle norme di sicurezza possono essere intraprese azioni penali.
L'attestazione di rispondenza di un impianto elettrico alle norme di sicurezza può essere rilasciata da un professionista che da almeno 5 anni ricopra il ruolo di responsabile tecnico di un’impresa operante nel settore impiantistico elettrico.
Qualora in sede di verifica venissero rilevate criticità tali da compromettere la sicurezza dell’impianto, la dichiarazione di rispondenza non viene redatta. Il professionista che ha analizzato l’impianto incarica un tecnico di apportare le modifiche necessarie affinché sia messo in sicurezza. Una volta eseguito l’intervento, il tecnico rilascerà la dichiarazione di conformità, che dovrà essere allegata al certificato di rispondenza.
Il termine rispondenza deriva dal verbo rispondere e significa corrispondenza, congruenza, conformità, correlazione. La rispondenza è, pertanto, il carattere di ciò che è rispondente, conforme.
Orientativamente il costo per l'attestazione di un contratto a canone concordato può variare tra 100 e 250 euro.