Facciamo luce sul dibattuto tema dell’urgente necessità di adeguamento degli edifici, sia pubblici che privati, a quanto disposto dalla direttiva europea sulle case green.
La direttiva Case Green sull’efficientamento energetico, approvata dal Parlamento Europeo il 24 aprile 2024 ed entrata in vigore il 28 maggio 2024, mira a ridurre del 55% le emissioni inquinanti entro il 2030 e a raggiungere il traguardo delle emissioni zero entro il 2050 con la riqualificazione del parco immobiliare europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.
L'obiettivo finale è quello di intervenire sulle cause del cambiamento climatico in corso, determinato principalmente dalle emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera dagli edifici per produrre l’energia necessaria per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo. A tal fine, si mira alla decarbonizzazione e alla completa neutralità energetica entro il 2050, con la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas a effetto serra nel settore edilizio.
Nello specifico, con l’obiettivo di allinearsi a quanto disposto dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dal Green Deal europeo, la direttiva Case Green prevede che:
Il provvedimento prevede anche l’eliminazione delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040 e l'installazione di impianti solari negli edifici pubblici e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
La direttiva europea non impone ai governi di adottare specifiche misure. Ognuno dei 27 Stati membri avrà ampia libertà nel definire le modalità con cui adeguarsi alle norme stabilite da Bruxelles per avere un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.
Determinate tipologie di beni immobili sono escluse dagli interventi di ristrutturazione e riqualificazione previsti dalla direttiva sull'efficienza energetica degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive - EPBD). Le elenchiamo di seguito:
Sono esclusi anche i secondi immobili di proprietà utilizzati per meno di 4 mesi all’anno come case vacanza o che comunque producano un consumo energetico non superiore al 25% di quello che risulterebbe dall’uso costante del bene durante tutto l’anno.
L’obiettivo della direttiva europea EPBD è migliorare l'efficienza energetica degli immobili che green non sono.
Secondo una stima di Fillea Cgil, in Italia nell’arco di pochi anni dovranno essere riqualificati ben 5 milioni di edifici residenziali e oltre 500.000 edifici non residenziali con prestazioni energetiche insoddisfacenti.
In Italia circa il 30% degli immobili che hanno ottenuto l’attestato di prestazione energetica (APE) è stato inserito nella classe G, ossia la peggiore. Oltre il 20% nella classe F. Si stima che nel nostro Paese gli immobili ascrivibili alle classi energetiche E, F e G, le più energivore e inquinanti, siano oltre il 60% del totale del parco immobiliare residenziale.
Pertanto, in Italia dove, a ben vedere, praticamente 2 edifici su 3 risultano essere obsoleti, occorreranno tra gli 800 e i 1000 miliardi di investimenti per attuare la direttiva Case Green e procedere con la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale.
Facciamo luce su cosa significhi casa green e, all'atto pratico, quali requisiti debba avere un’abitazione per essere ritenuta ecosostenibile.
Una casa green è un edificio dal basso impatto ambientale e dall’altrettanto basso fabbisogno energetico, in grado di garantire un alto comfort abitativo a fronte di minimi consumi di energia.
Buona parte del fabbisogno energetico di una casa green è soddisfatto da energia prodotta da fonti rinnovabili presenti nell’edificio stesso o nel quartiere, assicurando un livello di tutela ambientale nettamente superiore rispetto all’edilizia tradizionale.
Elenchiamo di seguito i requisiti che deve avere una casa green:
Un’abitazione ecosostenibile è caratterizzata da elevati standard di isolamento termico, che si ottengono con l’eliminazione di ponti termici e dispersioni di calore tra interno ed esterno.
Per ottenere una casa green ecosostenibile, dal basso impatto ambientale e che rispetti quanto disposto dall’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) le soluzioni sono essenzialmente due.
La prima soluzione è procedere con la riqualificazione del proprio immobile con mirati interventi di efficientamento energetico.
Il rifacimento del cappotto termico interno ed esterno consente di migliorare di almeno due classi l’efficienza energetica di un immobile, ottenendo un ottimale isolamento termoacustico e un migliore comfort bioclimatico, che si traducono in una netta riduzione dei consumi.
Tra gli interventi che consentono di migliorare l’efficienza energetica di un immobile ci sono anche la sostituzione degli infissi, degli impianti di riscaldamento e delle obsolete caldaie a gas con nuove, performanti caldaie a condensazione.
La seconda soluzione è acquistare un immobile di nuova costruzione realizzato adottando fin da subito i dovuti accorgimenti progettuali per il risparmio energetico, come l’installazione di sistemi ecologici che riducano la dispersione di calore ed energia e di un involucro performante, privo di ponti termici già in partenza.
La convenienza economica è una delle principali caratteristiche di una casa green. A fronte di un prezzo di acquisto tendenzialmente piuttosto sostenuto, gli accorgimenti progettuali di un’abitazione ecosostenibile consentono, innanzitutto, di ottenere un’immediata riduzione dei consumi, che si traduce in un importante taglio dei costi in bolletta relativamente al riscaldamento in inverno e al raffrescamento in estate.
La ristrutturazione in ottica green di un edificio esistente consente altresì di ottenere un aumento del valore dell’immobile che può arrivare al 30%.
Per adeguarsi a quanto disposto dalla direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici è possibile avvalersi di specifici sconti, incentivi e agevolazioni, che illustriamo di seguito.
Il Bonus case green prevede una detrazione pari al 50% dell'imposta dovuta sul prezzo di vendita dell'edificio. Le agevolazioni fiscali, riguardano, nello specifico, gli immobili acquistati direttamente dalle imprese costruttrici e appartenenti alle classi energetiche A e B.
Il bonus ristrutturazione prevede una detrazione fiscale del 50% da applicare sulle spese sostenute per interventi di ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo.
L’Ecobonus si applica a interventi finalizzati ad aumentare il livello di efficienza energetica di edifici di qualsiasi categoria catastale.
Il Superbonus al 70%, disciplinato dall’articolo 119 del decreto legge numero 34 del 19 maggio 2020, si applica a interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica dei complessi condominiali.
A oggi non sono ancora state definite specifiche sanzioni da applicare a chi non provveda ad adeguare il proprio immobile ai parametri di efficientamento energetico richiesti. Ai singoli governi degli Stati membri è riservata la possibilità di provvedere liberamente in tal senso. Al momento della stesura del presente articolo, in Italia non è ancora stata presa una decisione in merito.
L’Italia ha espresso voto contrario insieme all’Ungheria. Si sono astenute Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svezia. Gli altri Paesi membri hanno votato a favore.
Chi possiede un immobile dal basso rendimento energetico, con alti consumi e un impatto ambientale significativo deve adeguarlo agli standard minimi di efficienza energetica previsti dalla direttiva europea sulle case green.
Un edificio a zero emissioni è un fabbricato ad altissima prestazione energetica, caratterizzato da elevati standard di isolamento termico, pressoché autosufficiente dal punto di vista energetico e alimentato da energia interamente fornita da fonti rinnovabili.