Una volta instaurato un rapporto locatizio occorre provvedere alla registrazione del contratto di affitto presso l’Agenzia delle Entrate, nonché al pagamento dell’imposta di registro sulla locazione. Scopriamo di cosa si tratta e come si calcola.
L'imposta di registro sulla locazione è una tassa obbligatoria che occorre versare per registrare un contratto di affitto presso l’Agenzia delle Entrate utilizzando il modello RLI.
L’imposta di registro sulle locazioni è, quindi, una tassa che grava sui contratti di affitto. Il versamento di tale tributo è necessario per far sì che l’accordo locatizio sia valido, dispieghi i suoi effetti, abbia valenza giuridica e acquisti validità dinanzi alla legge.
Calcolare in modo corretto l’imposta di registro per la locazione di beni immobili è molto importante per non rischiare di invalidare il contratto di affitto e incorrere in pesanti sanzioni amministrative.
In regime di tassazione ordinaria, per calcolare l’imposta di registro sulla locazione si considerano tre dati fondamentali:
La percentuale d’imposta varia in base alla durata dell’accordo locatizio:
Per il calcolo dell’imposta di registro si applica la percentuale al canone di affitto pattuito tra le parti e si moltiplica per il numero di annualità del contratto. Per il primo anno, l’imposta di registro non può essere inferiore a 67 euro.
Per i contratti di locazione a canone concordato (3+2), secondo quanto sancito dalla legge numero 431 del 9 dicembre 1998, l’imposta di registro è del 2% ma il calcolo viene eseguito sul 70% dell’importo del canone annuo. Con questa tipologia di contratto si beneficia di una riduzione del 30% sull'imposta di registro, alleggerendo il carico fiscale per la locazione abitativa.
Facciamo qualche esempio pratico. Supponiamo di aver siglato un contratto di affitto di 3 anni per un appartamento a uso residenziale. Il canone di locazione pattuito è di 12.000 euro all'anno.
Il 2% di 12.000 euro è 240 euro.
Considerando che la durata del contratto di locazione è di 3 anni, procediamo con il calcolo:
240 euro × 3 = 720 euro
L’imposta di registro da versare per il contratto di locazione triennale con un canone annuo di 12.000 euro sarà, quindi, di 720 euro.
Ipotizziamo ora che il rapporto locatizio abbia una durata di 5 anni. Procediamo con il calcolo dell'imposta per i primi 4 anni. Il 2% di 12.000 euro è, come abbiamo visto in precedenza, 240 euro, che moltiplichiamo per i primi 4 anni di contratto. Otteniamo 960 euro.
Calcoliamo ora l'imposta per il quinto anno, ossia l’anno eccedente.
2% di 12.000 euro + 1% di 12.000 euro = 240 euro + 120 euro = 360 euro
Sommiamo i due importi e otteniamo il valore dell’imposta di registro per il contratto di locazione quinquennale.
960 euro + 360 euro = 1320 euro.
L'imposta di registro da versare per la locazione è di 1320 euro.
Il pagamento dell’imposta di registro sulla locazione spetta sia al proprietario dell’immobile locato che all’affittuario. Sia il locatore che il locatario sono, infatti, responsabili in solido per il versamento di tale tributo obbligatorio. Ogni contraente di un contratto di locazione deve contribuire al pagamento.
La registrazione di un contratto di affitto presso l’Agenzia delle Entrate spetta al proprietario dell’immobile, che deve farlo entro 30 giorni dalla stipula del contratto. Il pagamento dell’imposta di registro sulle locazioni deve essere effettuato entro 30 giorni dalla pattuizione o entro 30 giorni dalla scadenza della precedente annualità.
Ci sono varie modalità per versare l’imposta di registro sulle locazioni. Le illustriamo di seguito:
Se si sceglie l’ultima opzione, occorre inserire il codice tributo che, in questo caso, varia a seconda che si tratti della prima registrazione del contratto di affitto o di annualità successive. Per la prima registrazione il codice tributo da utilizzare è 1500. Per le annualità successive è 1501.
Se non si provvede al pagamento dell’imposta di registro per la locazione entro i termini previsti dalla legge, il contratto sottoscritto può essere dichiarato nullo e i contraenti rischiano pesanti sanzioni amministrative. Qualora il versamento non venisse eseguito, l’Agenzia delle Entrate può rivalersi sia sul locatore che sul locatario.
Nello specifico, è prevista una sanzione dal 120% al 240% dell’importo dovuto in caso di omessa registrazione del contratto di locazione e mancato pagamento dell’imposta di registro. In caso di pagamento tardivo dell’imposta, è prevista una sanzione dal 60% al 120% dell'importo dovuto se il ritardo non è superiore ai 30 giorni.
Inoltre, chi non registra un contratto di affitto per evitare di versare le dovute imposte non potrà richiedere tutela legale in caso di eventuale morosità dell'affittuario.
Il pagamento dell’imposta di registro sugli affitti è previsto anche per le locazioni commerciali di immobili strumentali appartenenti alle seguenti categorie catastali:
Per quanto riguarda la registrazione di contratti di locazione commerciale, le modalità di calcolo dell’imposta di registro sono due. Se il locatore è un soggetto passivo IVA, la percentuale di riferimento per il calcolo dell’imposta di registro è l’1% del canone annuale di affitto. In tutti gli altri casi l’aliquota rimane del 2% da moltiplicare per il numero di annualità.
Sì, anche per questa tipologia di contratto di locazione, affinché l’accordo locatizio dispieghi i suoi effetti, è prevista la registrazione e il relativo pagamento dell’imposta di registro, con aliquota del 2% del canone complessivo di locazione.
No, l’imposta deve essere pagata da ambo i contraenti. Eccezionalmente è possibile rimettere il pagamento dell’imposta al solo locatore, ma non al conduttore. In tal caso la pattuizione sarebbe da ritenersi nulla.
Sì, una volta sottoscritto un contratto di affitto è previsto anche il pagamento dell’imposta di bollo, del valore minimo di 32 euro, calcolata in base al numero di pagine e copie del contratto.