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Tariffa d'Estimo Catastale: Cos'è e Come si Calcola

Andrea Lazzo
13.04.2024
4 min

Quando si parla di rendita catastale, ovvero del reddito che produce un’immobile ai fini fiscali, è bene precisare tutti gli aspetti che riguardano la sua determinazione. Tra questi figura la tariffa d’estimo catastale. In questo articolo forniamo tutte le delucidazioni necessarie per approfondire l’argomento. 

Cos'è la tariffa d'estimo catastale

Cos’è la tariffa d’estimo catastale?

La tariffa d’estimo catastale è una tariffa utilizzata dall’amministrazione tributaria per determinare il reddito generato da un bene immobiliare. Secondo l’Agenzia delle Entrate, la tariffa d’estimo costituisce la rendita catastale per unità di consistenza. In altre parole, la rendita catastale divisa per il numero di vani che compone l’immobile. 

Le tariffe catastali non sono univoche, bensì variano a seconda di vari fattori quali provincia, città e zona in cui il bene immobiliare è situato. Inoltre, vanno considerati altri fattori che includono la categoria catastale, la classe catastale e il numero di vani.

Come si determina la tariffa catastale?

L’Agenzia del Territorio, un ente facente parte dell’Agenzia delle Entrate, fornisce le coordinate per la determinazione delle tariffe d’estimo:

  • Provincia: la provincia in cui è situato l’immobile;
  • Comune: il comune in cui è situato l’immobile; 
  • Zona censuaria:  la zona così come registrata nel censimento. Questa può includere anche gruppi di comuni o frazioni di uno stesso comune. Ciascuna zona censuaria raggruppa dei territori che presentano similarità nelle caratteristiche ambientali e socioeconomiche;
  • Categoria catastale: la tipologia di immobile (es. A/2 ovvero abitazione di tipo civile) che comprende anche la destinazione d’uso;
  • Classe catastale: la classificazione nel catasto (va da 01 a 07 a seconda della qualità complessiva dell’immobile); 
  • Consistenza: il numero di vani presenti nell’immobile. 

Va precisato che anche i terreni presentano una tariffa d’estimo catastale, tuttavia questa viene determinata in modo leggermente diverso. Infatti, vanno considerate due tipologie di tariffe:

  • Tariffa di reddito domenicale: fa riferimento al reddito relativo alla proprietà; 
  • Tariffa di reddito agrario: compete al conduttore del fondo, ovvero a chi esercita l’attività agricola. 

Come calcolare la tariffa d’estimo catastale

Per i gruppi catastali A, B e C, la tariffa d’estimo viene attribuita sulla base della stima del reddito imponibile catastale. Per i gruppi D ed E invece viene calcolata con una stima. 

Le tabelle con le tariffe d’estimo in vigore si possono consultare presso gli uffici dell’Agenzia del Territorio o sulla Gazzetta Ufficiale tramite questa pagina.

La prima cosa da fare per calcolare la tariffa d’estimo catastale è quella di individuare la categoria catastale, poiché la rendita catastale prenderà in considerazione dei fattori differenti.

Individuazione del gruppo di categoria catastale

  • Gruppo di categoria catastale A: abitazioni ed uffici, dai castelli ed edifici storici e artistici a villini privati e studi. La rendita catastale viene calcolata basandosi sui vani;
  • Gruppo di categoria catastale  B: alloggi collettivi, come convitti, caserme, scuole o ospedali senza fini di lucro. La rendita viene calcolata basandosi sui metri cubi;
  • Gruppo di categoria catastale C: negozi, magazzini o fabbricati senza fini di lucro. La rendita catastale viene calcolata in base alla superficie in metri quadri;
  • Gruppo di categoria catastale  D: immobili a destinazione speciale, come fabbricati, teatri, edifici galleggianti e case di cura con fine di lucro. La rendita viene determinata tramite una stima d’estimo diretta;
  • Gruppo di categoria catastale  E: immobili a destinazione particolare, come stazioni, fabbricati destinati al culto e costruzioni per esigenze pubbliche. La rendita catastale viene determinata tramite una stima d’estimo diretta;
  • Gruppo di categoria catastale F: entità urbane, come aree urbane e unità in corso di costruzione e definizione. Per questo gruppo non vi è alcuna rendita catastale.
Come si calcola la tariffa d'estimo

Calcolo della tariffa d’estimo

Una volta individuato con certezza il gruppo della categoria catastale, si può procedere con il calcolo della tariffa d’estimo che in realtà è una consultazione. Infatti, per ogni classe catastale appartenente ad una determinata categoria di una determinata zona, è associata una tariffa decisa dall’Agenzia delle Entrate

Ecco che ad esempio, se si considera il Comune di Mantova, nella provincia di Mantova, la zona censuaria 001 e il gruppo di categoria A/1, le tariffe catastali saranno le seguenti: 

CategoriaDescrizioneClasseTariffa
A/1Abitazione civile signorile01175,59535
A/1Abitazione civile signorile02206,58276
A/1Abitazione civile signorile03242,73474
A/1Abitazione civile signorile04284,05129

Come si può vedere, la tariffa sale in base alla classe catastale. Lo stesso vale anche per le altre categorie catastali.

Una volta che si è ottenuta la tariffa catastale, si potrà procedere al calcolo delle rendite e dei valori imponibili in base al numero di vani (consistenza). 

Il valore imponibile finale è calcolato tramite l’utilizzo della tariffa d’estimo catastale, che viene moltiplicata per i vani e per i seguenti fattori:

  • Aliquote di rivalutazione delle rendite (legge 23/12/1996 n.662);
  • Coefficienti moltiplicatori (legge 24/12/2003 n.350 art. 2 comma 63);
  • Coefficienti moltiplicatori ai fini IMU (D.L. 06/11/20211 n.201 art. 13 comma 41).
3 Punti Chiave
  • La tariffa d’estimo catastale è una tariffa che viene applicata ai fini fiscali e che viene associata a determinate tipologie d’immobile.
  • La tariffa d’estimo catastale è uno dei fattori che concorrono nel calcolo della rendita catastale.
  • Le tabelle delle tariffe d’estimo possono essere consultate presso gli uffici dell’Agenzia del Territorio o sulla Gazzetta Ufficiale.

Fonti

FAQ

Quali sono le conseguenze di un errore nella dichiarazione della tariffa d'estimo catastale?

Un errore nella dichiarazione può portare a una revisione del valore catastale dell'immobile e a conseguenti adeguamenti dell'IMU da pagare. In alcuni casi, può anche comportare sanzioni o l'applicazione di interessi in caso di ritardo nel pagamento.

È possibile contestare il valore della tariffa d'estimo attribuito al proprio immobile?

Sì, è possibile. Se si ritiene che il valore catastale non rispecchi la realtà, si può presentare un ricorso alla Commissione Tributaria entro i termini previsti, allegando la documentazione che giustifichi la richiesta di revisione.

In che modo la destinazione d'uso di un immobile influenza la tariffa d'estimo catastale?

La destinazione d'uso, come abitazione di lusso o ufficio privato, influisce significativamente sulla tariffa d'estimo, poiché ogni categoria ha un valore base che riflette le caratteristiche e l'ubicazione tipiche della categoria stessa. Questo valore base viene successivamente aggiustato in base alle caratteristiche specifiche e alle condizioni dell'immobile.

Andrea Lazzo
Andrea Lazzo è nato a Bari nel 1980 e dal 2009 ha lavorato nel campo della SEO per diverse aziende italiane, estere e multinazionali, nel campo finanziario e immobiliare. Si è specializzato nel campo immobiliare in cui opera da oltre 5 anni, con un particolare focus sulle statistiche del mercato immobiliare, sull'estimo e sulle normative vigenti riguardanti le tematiche più comuni. La sua filosofia comprende la creazione di un contenuto realmente utile per l'utente, tale da soddisfare una richiesta di informazioni specifica.
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