Si sente sempre più spesso parlare di edilizia residenziale come rimedio all’emergenza abitativa in cui si trovano le fasce di popolazione più disagiate e socialmente vulnerabili. Approfondiamo insieme e vediamo cosa si intende per edilizia residenziale.
L’edilizia residenziale consiste nella nuova costruzione o riconversione di edifici da destinare alla civile abitazione mediante la realizzazione di suddivisioni nella misura minima utile allo svolgersi delle quotidiane attività umane.
Più nello specifico, con il termine edilizia residenziale ci si riferisce a interventi di iniziativa pubblica o privata finalizzati alla realizzazione di immobili destinati a contrastare l’emergenza abitativa in cui si trovano le fasce di popolazione economicamente più svantaggiate e socialmente più vulnerabili.
Secondo quanto indicato dall’articolo 1, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica numero 1035 del 30 dicembre 1972, successivamente integrato dalla legge numero 560 del 24 dicembre 1993, sono considerati di edilizia residenziale i modesti alloggi offerti in locazione a prezzi agevolati a cittadini in situazioni di particolare difficoltà, fragilità o svantaggio socio-economico costruiti con il contributo o a totale carico di:
Gli interventi di iniziativa pubblica o privata finalizzati alla realizzazione di immobili da destinare alle fasce di popolazione più svantaggiate possono riguardare:
La finalità dell’edilizia residenziale è l’offerta di beni immobili abitativi in locazione volti a soddisfare il fabbisogno abitativo primario delle fasce di popolazione più disagiate e meno abbienti.
Il programma comprende l’edilizia residenziale sociale e l’edilizia residenziale pubblica, entrambe rivolte ai cittadini non economicamente in grado di soddisfare sul mercato le proprie necessità abitative, non disponendo né di un’abitazione di proprietà né di sufficienti risorse economiche per sostenere il peso finanziario di un tradizionale contratto di affitto.
Introdotto con la legge numero 457 del 5 agosto 1978, il programma di edilizia residenziale pubblica (ERP), comunemente detta edilizia popolare, prevede l’offerta di beni immobili abitativi in locazione a cittadini che versano in condizione di marcato disagio e svantaggio socio-economico.
L’iniziativa è rivolta a soggetti che:
Tra i soggetti che possono accedere agli alloggi ERP si individuano:
Gli alloggi vengono assegnati in locazione ai soggetti economicamente più disagiati, in base alla condizione reddituale e al numero di componenti della famiglia, dietro pagamento di un canone di locazione di importo solitamente molto contenuto, commisurato alla capacità economica e reddituale dell’inquilino. Con il programma di edilizia residenziale pubblica (ERP) si può avere accesso, per esempio, a un’abitazione di tre vani al costo di 100 euro al mese.
L’edilizia residenziale sociale è un progetto, come suggerisce il nome stesso, dalla forte vocazione sociale, che mira a dare una risposta concreta alle necessità abitative delle categorie più deboli, fragili e socialmente più vulnerabili, che faticano a trovare risposta al proprio fabbisogno abitativo nel tradizionale mercato immobiliare, disponendo di risorse insufficienti per l’acquisto o l’affitto di una proprietà a prezzi di mercato.
Gestito sia da enti pubblici che privati, il programma di edilizia residenziale sociale fornisce modesti alloggi a condizioni agevolate non solo a famiglie a basso reddito ma anche ad altre categorie, tra cui:
L’accesso agli alloggi è solitamente meno restrittivo rispetto all'ERP. Gli alloggi di edilizia residenziale sociale in genere sono assegnati anche in base a criteri diversi dal reddito, come per esempio la professione e la necessità di spostarsi per esigenze lavorative o scolastiche.
Inoltre, il canone di locazione richiesto, benché nettamente inferiore ai prezzi di mercato, risulta essere tendenzialmente più elevato rispetto a quello richiesto per gli alloggi ERP.
L'edilizia residenziale pubblica, finanziata con fondi pubblici, è destinata prevalentemente a cittadini che versano in condizione di grave, marcato disagio socio-economico, mentre l'edilizia residenziale sociale, sostenuta perlopiù da partnership tra pubblico e privato, può includere una gamma più ampia di destinatari, tra cui anziani, lavoratori precari, famiglie monoparentali e giovani coppie a reddito medio-basso.
L'ERP prevede canoni di locazione estremamente bassi, commisurati alla capacità economica e reddituale degli inquilini, mentre l'edilizia sociale ha quote sì accessibili ma generalmente più elevate rispetto all'ERP.
Per edilizia residenziale privata si intendono gli alloggi di proprietà di privati. Chi, a qualsiasi titolo, decida di ospitare, accogliere o dare alloggio a un cittadino straniero in condizione di indigenza, difficoltà o necessità deve darne comunicazione per iscritto all'autorità locale di pubblica sicurezza entro 48 ore con una formale dichiarazione di ospitalità.
Tale comunicazione è sempre dovuta, a prescindere dalla durata dell’ospitalità o dal fatto che vi sia o meno un vincolo di parentela o affinità tra le parti. La dichiarazione di ospitalità deve contenere:
Nel caso in cui il cittadino straniero sia un lavoratore alle dipendenze di chi dà alloggio, la legge numero 99 del 9 agosto 2013 stabilisce che tale informazione debba essere fornita mediante la comunicazione obbligatoria di assunzione.
I criteri per l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono definiti annualmente da ogni singola regione.
L’inosservanza dell’obbligo da parte dell’ospitante di fornire una formale dichiarazione di ospitalità alle autorità di pubblica sicurezza comporta pesanti sanzioni amministrative.
Sì, chi ha subito un provvedimento di sfratto per morosità può fare domanda per un alloggio di edilizia residenziale pubblica (ERP).