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Immobile a Reddito

Jessica Maggi
07.11.2025
9 min

Immobile a Reddito: Cosa Significa e Quali Sono i Vantaggi di Questo Tipo di Investimento

Risposta rapida

Un immobile a reddito è una proprietà acquistata (o mantenuta) con lo scopo di generare entrate, tipicamente tramite locazione; in alternativa, il reddito può derivare da operazioni di buy–to–sell (ristrutturazione e rivendita).

Sintesi

  • Significato: possesso finalizzato al guadagno, non all’uso diretto.
  • Forme di reddito: canoni d’affitto; plusvalenza da ristrutturazione e vendita.
  • “Reddito garantito”: è quasi sempre claim commerciale; la garanzia reale esiste solo se c’è un contratto in essere + solide tutele (es. fideiussione/assicurazione morosità).
  • Appartamento a reddito: è il caso più comune; valgono le stesse logiche dell’“immobile a reddito”.
  • Passi operativi per affittare: verifica tecnica/documentale → valorizzazione → prezzo → annuncio → contratto e registrazione.
  • Fisco in sintesi: per gli affitti scegliere tra IRPEF ordinaria (con regole proprie) o cedolare secca (21% o 10% per canone concordato); restano IMU e altre voci/costi connessi.
  • Locazioni brevi (≤30 giorni): cedolare 21% per una sola unità per periodo d’imposta; dal secondo immobile si applica il 26%. Verifica sempre i requisiti specifici e gli obblighi informativi.
Infografica che illustra come funziona un immobile a reddito

Stai valutando l’acquisto di un appartamento da mettere a reddito per ottenere una rendita passiva extra e stabile nel tempo? In questa guida spiegheremo con parole semplici cosa significa mettere un immobile a reddito e soppeseremo i pro e i contro di questo tipo di investimento in modo che possa fare una scelta consapevole.

Immobile a reddito: significato

Mettere a reddito un immobile significa entrarne in possesso con il preciso scopo di ottenere un guadagno anziché fruirne in prima persona.

La locuzione si incontra spesso negli annunci di compravendita e nelle perizie quando un alloggio è già locato (si parla infatti di “immobile già a reddito”) oppure in analisi d’investimento e mutui buy-to-let. In pratica, l’attenzione si sposta dall’uso abitativo alla capacità dell’immobile di generare cash flow (es. rapporto canone/prezzo, tasso di sfitto atteso, rischi di morosità, costi di gestione). È una prospettiva “finanziaria” sull’asset immobiliare.

Investimenti immobiliari a reddito garantito

L’espressione “reddito garantito” è per lo più marketing: in assenza di una garanzia contrattuale (es. rent to landlord con canone minimo, fideiussione del conduttore o polizza contro la morosità), il rendimento non è mai privo di rischio. Anche con un contratto in essere possono verificarsi sfitto, ritardi nei pagamenti, spese straordinarie e variazioni fiscali. Un rendimento “più certo” si ottiene quando:

  • l’immobile è già locato con conduttore solido e storico pagamenti tracciabile;
  • esistono tutele (deposito cauzionale adeguato, garanzie, assicurazione);
  • la zona ha domanda locativa strutturale (prossimità a servizi, università, poli ospedalieri);
  • i conti includono tutti i costi (IMU, manutenzioni, gestione, eventuale agenzia) e un tasso prudente di vacancy.

Cosa significa appartamento a reddito

È semplicemente la variante specifica dell’“immobile a reddito” riferita a un appartamento. Le logiche restano identiche: valutazione del rendimento lordo e netto, qualità del conduttore, durata e tipologia del contratto (4+4, 3+2, transitorio, studenti), location e spese. Spesso negli annunci “appartamento a reddito” indica che esiste già un contratto attivo e si subentra come locatore alle condizioni pattuite.

Immobile a reddito

Come si ricava un reddito da un immobile?

Sono principalmente due le modalità in cui si può ottenere un guadagno dal possesso di un immobile. Le illustriamo di seguito.

Affitto a terzi

Si acquista un immobile con il preciso scopo di offrirlo in locazione a terzi. L’esborso per l’acquisto dell’immobile è, quindi, ripagato nel tempo incassando i canoni di affitto dagli affittuari. Grazie ai contratti di locazione si ottiene un guadagno più o meno stabile nel tempo. Si tratta di un’entrata fissa ogni mese, equiparabile a una sorta di pensione integrativa.

In questa prospettiva, acquistare un appartamento già locato può essere la soluzione migliore, a maggior ragione se gli inquilini sono persone affidabili e puntuali nei pagamenti. Il fatto che l’immobile sia già a reddito rappresenta per chi lo acquista un inestimabile risparmio in termini di tempo, denaro ed energie per la ricerca di un affittuario.

Ristrutturazione e vendita

Si acquista un immobile a buon prezzo, magari perché versa in un precario stato di conservazione. Si eseguono interventi di ristrutturazione, risanamento e rinnovamento al fine di aumentare il valore dell’immobile e lo si rimette sul mercato immobiliare. Dalla vendita di un immobile ristrutturato si può ottenere un guadagno sostanzioso, dal momento che potrà essere venduto a un prezzo di gran lunga più elevato rispetto a quando lo si è acquistato, in virtù dei miglioramenti e ammodernamenti posti in essere.

Come mettere a reddito un immobile? Vendita a reddito con contratto di locazione

Concentriamoci su come ottenere un guadagno destinando un immobile alla locazione per terzi. Ebbene, l’acquisto di un immobile da mettere a reddito avviene nelle consuete modalità. Si può scegliere di rivolgersi a un’agenzia immobiliare o di operare in autonomia affidandosi ai portali di settore specializzati in annunci di compravendita. Qualora non si disponesse della liquidità necessaria per completare la compravendita, si può richiedere l’erogazione di un mutuo a un istituto di credito. Vediamo come procedere.

1. Valutazione dell’immobile

Prima di offrire l’immobile in locazione è necessario accertarsi che sia conforme alle norme tecniche vigenti in materia di impianti elettrici, termici, idraulici e sanitari, caldaie, tubature e via discorrendo.

Suggeriamo a tal fine di rivolgersi a un professionista qualificato e competente, come un geometra, un architetto o un tecnico specializzato, affinché ispezioni l’immobile, ne valuti le condizioni strutturali, architettoniche e impiantistiche e indichi se occorre attuare interventi per sanare eventuali irregolarità o abusi edilizi. È altresì doveroso verificare che sull’immobile non gravino ipoteche, debiti o pignoramenti e adoperarsi per trovare una soluzione prima di affittarlo.

2. Documentazione

Prima di mettere a reddito un immobile, occorre dotarsi di tutta la documentazione necessaria per essere in regola, tra cui:

  • atto di provenienza;
  • visura catastale;
  • planimetria;
  • Attestato di Prestazione Energetica (APE), obbligatorio ai sensi del D.Lgs. 192/2005; per la locazione di singole unità non è necessario allegarlo al contratto, ma va mostrato all’inquilino e inserita in contratto la clausola di avvenuta consegna delle informazioni/attestato.

È altresì necessario disporre del regolamento di condominio, degli ultimi verbali di assemblea e della ripartizione delle spese condominiali.

3. Valorizzazione dell’immobile

Affinché la messa a reddito di un immobile sia fruttuosa e proficua nel lungo termine, è consigliabile dotare fin da subito l’appartamento di:

  • arredi di qualità;
  • elettrodomestici di buona fattura, come per esempio lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, forno elettrico e a microonde, frigorifero con congelatore, ecc.;
  • infissi che garantiscano sicurezza e un ottimale isolamento termico e acustico;
  • elementi che concorrano a rendere l’immobile più confortevole, come per esempio tende parasole, zanzariere, sistema di climatizzazione, connessione internet e televisione satellitare;
  • sistemi di allarme, porte blindate e inferriate di sicurezza.

Prima di offrire la proprietà in locazione, è altresì consigliabile provvedere alla tinteggiatura delle pareti e a eventuali piccole riparazioni.

Destinare all’appartamento da affittare vecchi mobili usurati, elettrodomestici datati e paccottiglia di dubbio gusto e infimo valore nel tentativo di risparmiare qualche manciata di euro si può rivelare una scelta assolutamente controproducente. Offrire in locazione un appartamento poco curato rischia di portare, come facilmente immaginabile, ad affitti discontinui, lunghi periodi di sfitto, inquilini scontenti e rimostranze che possono sfociare in querele e richieste di risarcimento.

4. Definizione del canone di affitto, quando l'immobile è pronto

La definizione del prezzo di affitto è un momento cruciale. Consigliamo di studiare attentamente la zona in cui è ubicato l'immobile, consultare i portali di settore e valutare i prezzi a cui vengono offerti immobili simili. Quando si determina il prezzo di affitto, l’ideale sarebbe affidarsi a un professionista.

5. Pubblicazione dell’annuncio

A questo punto, puoi procedere con la pubblicazione dell’annuncio relativo alla disponibilità dell’immobile su apposite piattaforme online e portali specializzati. Anche in questo caso, affidarsi a un esperto del settore è la soluzione che garantisce il miglior esito.

6. Stipula del contratto di locazione

Una volta trovato l’inquilino adatto, si procede con la regolare stipula del contratto (disciplinato dalla L. 431/1998) e registrazione entro 30 giorni all’Agenzia delle Entrate (RLI web / DPR 131/1986 – Testo Unico Registro).

Come funziona il fisco per comprare casa o appartamento per un investimento?

  • All’acquisto (seconda casa):
    – da privato: imposta di registro 9% sul prezzo-valore (valore catastale), min. 1.000 €, ipotecaria e catastale 50 € ciascuna;
    – da impresa con IVA: IVA (in genere 10%, 22% per A/1-A/8-A/9), registro/ipotecaria/catastale fisse.
  • Durante la locazione (abitativo): si sceglie tra
    IRPEF ordinaria (i canoni concorrono al reddito secondo le regole vigenti) oppure cedolare secca: 21% (canone libero) o 10% per contratti a canone concordato ove ne ricorrano i requisiti normativi. Con la cedolare secca non si pagano imposta di registro e di bollo su registrazione/proroghe/risoluzioni.
    Se non si opta per la cedolare, la registrazione del contratto comporta l’imposta di registro (in genere 2% del canone annuo moltiplicato per le annualità) e l’imposta di bollo secondo le regole correnti.
  • IMU: per gli immobili non abitazione principale l’IMU è dovuta secondo aliquote e regolamenti comunali (consultare il proprio Comune/MEF). 
  • APE e adempimenti: per le locazioni abitative l’Attestato di Prestazione Energetica segue quanto previsto dal D.Lgs. 192/2005 e normativa collegata.

Nota: il regime fiscale può variare per immobili non abitativi (es. uffici/negozi) e per locazioni brevi; verificare sempre le regole specifiche aggiornate e la disciplina locale.

Calcolatore rendimento & cash flow (immobile a reddito)

Inserisci i dati principali dell’investimento e ottieni rendimento lordo/netto, cash flow mensile e break-even. Nessun dato viene inviato: il calcolo è locale al browser.

Dati di acquisto

Reddito e occupazione

Costi ricorrenti annui

Regime fiscale

Nota: con cedolare secca i canoni non scontano IRPEF/addizionali e non sono dovute imposta di registro/bollo su registrazione, proroghe e risoluzioni.

Rendimenti

Rendimento lordo

Rendimento netto

Payback (anni)

Flussi & soglie

Cash flow mensile

Reddito netto annuo

Break-even canone mensile

Questo calcolatore non sostituisce la consulenza di un professionista. Inserisci i dati reali del tuo caso (aliquote, canone concordato, regolamenti comunali IMU, ecc.).

Mettere un immobile a reddito garantito: svantaggi e vantaggi

Acquistare un immobile per metterlo a reddito può rappresentare un buon investimento, in grado di offrire una rendita passiva extra, al netto delle imposte e degli oneri statali dovuti. Locare un immobile può rivelarsi una soluzione ulteriormente profittevole se già si dispone della proprietà, magari ricevuta in eredità o donazione.

Vediamo nel dettaglio quali sono, obiettivamente, i vantaggi e gli svantaggi di mettere a reddito immobili.

VantaggiSvantaggi
Affittare un immobile consente di ottenere una rendita passiva extra, un introito fisso, un flusso di cassa che, specialmente se si va a sommare ad altre entrate, garantisce una buona stabilità economica al proprietario.

Il cospicuo investimento iniziale per l’acquisto, l’arredamento, l’ammodernamento e l’eventuale messa in regola dell’immobile è ripagato nel tempo dai canoni versati dagli affittuari.

Acquistare un appartamento a reddito già locato è una mossa ulteriormente profittevole, considerando che una proprietà locata è in genere opportunamente deprezzata.

In Italia chi mette a reddito un immobile paga l’IRPEF sui canoni oppure può optare per la cedolare secca. Con la cedolare secca non sono dovute l’imposta di registro e l’imposta di bollo su registrazioni, proroghe e risoluzioni; inoltre i canoni non concorrono all’IRPEF né alle addizionali.

Il proprietario paga l’IMU e le spese condominiali anche nei periodi di sfitto; di regola l’IMU sostituisce IRPEF e addizionali sui fabbricati non locati. Eccezione: per abitazioni non locate nello stesso comune dell’abitazione principale, concorre il 50% del reddito fondiario ai fini IRPEF e addizionali.

I costi di manutenzione ed efficientamento energetico dell’immobile sono a carico del locatore.

Può non essere così semplice trovare sempre inquilini affidabili e corretti, che paghino puntualmente, abbiano cura dell’immobile, non causino danni e non arrechino disturbo al vicinato.

Un fitto avvicendarsi di affittuari può comportare disagi in termini di discontinuità del reddito locativo, perdite di tempo e pratiche burocratiche di cui occuparsi.

Fonti

FAQ

Mettere immobili a reddito in vendita conviene?

Acquistare un immobile da mettere a reddito conviene nel momento in cui si abbiano le risorse, gli strumenti e le competenze per gestire la locazione in modo adeguato e si disponga di una capacità di spesa tale da coprire tasse, imposte e costi derivanti da questo tipo di investimento. 

Quali immobili offrono le migliori prospettive di guadagno?

In linea di massima gli immobili che tendono a offrire i guadagni più elevati sono quelli con metratura pari o superiore a 60 metri quadri, ubicati in prossimità del centro storico di aree urbane di medio-grandi dimensioni e recanti funzionalità di pregio, come, per esempio, impianto fotovoltaico, doppio ascensore, cappotto termico o piscina condominiale.

A quanto ammonta l'aliquota IRPEF sul reddito da immobili?

Dipende dal reddito. L’IRPEF cresce all’aumentare del reddito secondo un sistema di scaglioni a cui corrispondono specifiche aliquote. Rientrano nel primo scaglione i redditi fino a 15.000 euro, a cui viene applicata un’aliquota fiscale del 23%. Nel secondo scaglione rientrano i redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro, a cui è applicata un’aliquota del 25%. Rientrano nel terzo scaglione i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro, con un’aliquota del 35%. Confluiscono nel quarto scaglione i redditi che superano i 50.000 euro annui, per cui è prevista un’aliquota fiscale del 43%.

Chi acquista immobili a reddito?

Soprattutto privati risparmiatori e famiglie che cercano un’entrata periodica e la diversificazione del patrimonio; in misura minore anche investitori professionali e lavoratori autonomi che puntano a un flusso di cassa integrativo relativamente prevedibile.

Jessica Maggi
Copywriter freelance con esperienza ultradecennale sia sul web che sulla carta stampata, con focus specifico nel settore immobiliare, fiscale, tributario e delle costruzioni. Laureata all’Università degli Studi di Milano, scrive sia in italiano che in inglese.