In Italia dal 2009 è obbligatorio includere nella documentazione da allegare ai contratti di compravendita di beni immobili destinati all’uso abitativo l’attestato di prestazione energetica (APE), che indichi espressamente la classe energetica a cui appartiene il bene oggetto di vendita. Alla luce di quanto disposto dalle nuove direttive europee sull’efficientamento energetico, occorre o occorrerà ristrutturare il proprio immobile affinché rispetti specifici requisiti in termini di prestazioni energetiche per poterlo mettere in vendita? Qual è la classe energetica minima per vendere casa? Approfondiamo insieme.
La direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive - EPBD), comunemente detta direttiva Case Green, mira a:
L'obiettivo finale è quello di intervenire sulle cause del cambiamento climatico in corso, determinato principalmente dalle emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera dagli edifici per produrre l’energia necessaria per il riscaldamento nei mesi più freddi e il raffrescamento nella stagione calda.
Ebbene, per il raggiungimento di tali ambiziosi obiettivi si intende attuare un’operazione generale di:
Nello specifico, con l’obiettivo di allinearsi a quanto disposto dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, la direttiva europea EPBD impone non solo che gli edifici di nuova costruzione siano a zero emissioni a partire dal 2030, ma anche che gli immobili residenziali esistenti riducano il consumo energetico medio almeno del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Si rende, pertanto, necessario migliorare l'efficienza energetica degli immobili appartenenti alle classi energetiche più basse.
In Italia almeno il 30% degli immobili che hanno ottenuto l’attestato di prestazione energetica (APE), introdotto con il decreto legge numero 63 del 4 giugno 2013, è stato inserito nella classe G, ossia la peggiore, la più energivora e inquinante. Oltre il 20% nella classe F. In pratica, due edifici su tre nel nostro Paese risultano essere obsoleti, con prestazioni energetiche inadeguate nell’ottica della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e della neutralità energetica entro il 2050.
La direttiva europea EPBD prevede che vengano attuati interventi di efficientamento energetico sugli immobili più energivori e con le prestazioni energetiche peggiori, portandoli come minimo in:
Il miglioramento della classe energetica è, quindi, un requisito necessario per poter vendere immobili che, allo stato attuale, presentino basse prestazioni energetiche, elevati consumi di energia e scarsa efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento.
Migliorare l’efficienza energetica di un immobile affinché venga inserito in una classe più alta produce effetti positivi anche concretamente per gli occupanti dello stesso in termini di risparmio e comfort abitativo.
Si evince, pertanto, che migliorare l'efficienza termica ed energetica degli immobili destinati all’uso abitativo sia utile e necessario non solo in termini meramente burocratici per adeguarsi alle disposizioni previste dalla normativa sull’efficientamento energetico, ma anche per fruire delle proprietà in questione in sicurezza, comfort e benessere, riducendo i costi relativi ai consumi di energia elettrica e determinando al contempo un aumento del valore di mercato.
Per gli immobili che, entro le scadenze previste, non fossero in grado di garantire le performance energetiche richieste dalle direttive europee sull’efficientamento energetico saranno imposti limiti circa il loro utilizzo, accompagnati molto probabilmente da sanzioni pecuniarie.
L’attribuzione della classe energetica G è in genere legata all’anno di costruzione dell’immobile. Si tratta solitamente di strutture piuttosto datate, edificate decenni prima dell’introduzione delle normative sull'efficienza energetica e della diffusione dei principi della bioedilizia. Al contempo, non si tratta di antichi edifici di lusso ed eminente pregio storico, artistico o architettonico. Un bene immobile inserito nella classe energetica G risale tipicamente a prima degli anni Ottanta e potrebbe presentare:
Una casa di classe G richiede grandi quantitativi di energia per il riscaldamento, il raffreddamento, la ventilazione e la produzione di acqua calda. Ne consegue che vivere in una casa di classe G implichi scarso comfort abitativo ed elevati consumi energetici, che comportano bollette salatissime in particolar modo nella stagione invernale ed estiva.
Dal 2030 potrebbero non essere più vendibili gli edifici residenziali più energivori e meno efficienti dal punto di vista energetico, quindi appartenenti alle classi F e G, ritenuti responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra e dei più elevati consumi di energia elettrica.
I proprietari di immobili di classe F e G sono pertanto tenuti ad adoperarsi per attuare interventi di efficientamento energetico nelle proprie abitazioni per raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030.
A meno che si tratti di strutture al limite della fatiscenza, in genere non occorre obbligatoriamente eseguire un'opera di totale ristrutturazione e rinnovamento. Nella maggior parte dei casi per migliorare di almeno un paio di classi l’efficienza energetica potrebbero essere sufficienti interventi mirati di isolamento termico, tra cui:
Già solo limitando le dispersioni di calore si riduce nettamente la necessità di tenere il riscaldamento o il climatizzatore al massimo, con conseguente riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti.
La direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici prevede anche la sostituzione delle caldaie alimentate da combustibili fossili con performanti caldaie a condensazione o pompe di calore.
In linea generale, per farsi un’idea su come muoversi è consigliabile affidarsi a un professionista che esegua un’accurata valutazione immobiliare, analizzi le effettive condizioni impiantistiche, strutturali e manutentive dell’edificio ed elabori una stima sull'entità, i tempi e i costi degli interventi necessari per migliorare l’efficienza energetica della struttura e limitare gli sprechi affinché venga inserita in una classe energetica migliore.
Gli edifici residenziali che, entro le scadenze indicate dalla direttiva UE, non dovessero soddisfare le condizioni stabilite e risultassero quindi appartenere ancora a classi energetiche inadeguate non saranno più vendibili o affittabili. Verosimilmente, dal 2030 non sarà più consentita la compravendita di abitazioni con scarsa efficienza energetica.
L'applicazione della direttiva direttiva case green rischia di avere un impatto importante sul mercato immobiliare italiano, generando con buona probabilità una forte svalutazione degli immobili appartenenti alle classi energetiche più basse negli anni a venire e una lunga lista di case invendibili a partire dal 2030.
L'applicazione di suddetto provvedimento non riguarda tutte le tipologie di immobili destinati all’uso abitativo.
Anche nel caso in cui appartenessero alle classi energetiche più basse, non è obbligatorio intervenire su:
Sono escluse anche le seconde case di proprietà utilizzate per meno di 4 mesi all’anno o che, comunque, producano un consumo di energia elettrica non superiore al 25% di quello che risulterebbe dall’uso costante della struttura durante tutto l’anno.
Gli edifici di classe G sono i meno efficienti dal punto di vista energetico. L’acquisto di una proprietà appartenente alla classe energetica più bassa implica la necessità di attuare con estrema sollecitudine interventi di efficientamento energetico per ridurre i consumi di energia elettrica, gli sprechi e i costi di gestione affinché l’immobile passi a una classe superiore.
Se possiedi un immobile ascrivibile alle classi energetiche F e G e non ti adoperi per mettere in atto interventi volti a migliorarne l’efficienza energetica affinché raggiunga perlomeno la classe E entro il 2030 molto probabilmente non lo potrai né vendere né affittare e dovrai provvedere al pagamento di sanzioni pecuniarie.
Sì, nell'ambito delle classificazioni energetiche degli immobili che vanno dalla classe G alla classe A, che indica la fascia con la migliore efficienza a livello energetico, la classe B è da considerarsi buona, in quanto offre un apprezzabile equilibrio tra consumi contenuti, contenimento degli sprechi e una gestione sostenibile delle risorse.