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Qual è la Classe Energetica Minima per Vendere Casa?

Jessica Maggi
01.01.2025
7 min

In Italia dal 2009 è obbligatorio includere nella documentazione da allegare ai contratti di compravendita di beni immobili destinati all’uso abitativo l’attestato di prestazione energetica (APE), che indichi espressamente la classe energetica a cui appartiene il bene oggetto di vendita. Alla luce di quanto disposto dalle nuove direttive europee sull’efficientamento energetico, occorre o occorrerà ristrutturare il proprio immobile affinché rispetti specifici requisiti in termini di prestazioni energetiche per poterlo mettere in vendita? Qual è la classe energetica minima per vendere casa? Approfondiamo insieme.

Cosa prevede la direttiva europea sull'efficienza energetica degli immobili?

La direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive - EPBD), comunemente detta direttiva Case Green, mira a:

  • riduzione del 55% delle emissioni inquinanti entro il 2030;
  • emissioni zero, decarbonizzazione e neutralità energetica entro il 2050.

L'obiettivo finale è quello di intervenire sulle cause del cambiamento climatico in corso, determinato principalmente dalle emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera dagli edifici per produrre l’energia necessaria per il riscaldamento nei mesi più freddi e il raffrescamento nella stagione calda.

Ebbene, per il raggiungimento di tali ambiziosi obiettivi si intende attuare un’operazione generale di:

  • riqualificazione del parco immobiliare europeo;
  • miglioramento dell’efficienza energetica dei singoli edifici.

Nello specifico, con l’obiettivo di allinearsi a quanto disposto dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, la direttiva europea EPBD impone non solo che gli edifici di nuova costruzione siano a zero emissioni a partire dal 2030, ma anche che gli immobili residenziali esistenti riducano il consumo energetico medio almeno del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Si rende, pertanto, necessario migliorare l'efficienza energetica degli immobili appartenenti alle classi energetiche più basse. 

Miglioramento della classe energetica entro 2030

Classe energetica minima per vendere casa

In Italia almeno il 30% degli immobili che hanno ottenuto l’attestato di prestazione energetica (APE), introdotto con il decreto legge numero 63 del 4 giugno 2013, è stato inserito nella classe G, ossia la peggiore, la più energivora e inquinante. Oltre il 20% nella classe F. In pratica, due edifici su tre nel nostro Paese risultano essere obsoleti, con prestazioni energetiche inadeguate nell’ottica della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e della neutralità energetica entro il 2050.

La direttiva europea EPBD prevede che vengano attuati interventi di efficientamento energetico sugli immobili più energivori e con le prestazioni energetiche peggiori, portandoli come minimo in:

  • classe energetica E entro il 2030;
  • classe energetica D entro il 2033.

Il miglioramento della classe energetica è, quindi, un requisito necessario per poter vendere immobili che, allo stato attuale, presentino basse prestazioni energetiche, elevati consumi di energia e scarsa efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento.

Migliorare l’efficienza energetica di un immobile affinché venga inserito in una classe più alta produce effetti positivi anche concretamente per gli occupanti dello stesso in termini di risparmio e comfort abitativo.

Si evince, pertanto, che migliorare l'efficienza termica ed energetica degli immobili destinati all’uso abitativo sia utile e necessario non solo in termini meramente burocratici per adeguarsi alle disposizioni previste dalla normativa sull’efficientamento energetico, ma anche per fruire delle proprietà in questione in sicurezza, comfort e benessere, riducendo i costi relativi ai consumi di energia elettrica e determinando al contempo un aumento del valore di mercato.  

Cosa succederà alle case in classe energetica G?

Per gli immobili che, entro le scadenze previste, non fossero in grado di garantire le performance energetiche richieste dalle direttive europee sull’efficientamento energetico saranno imposti limiti circa il loro utilizzo, accompagnati molto probabilmente da sanzioni pecuniarie.

Cosa determina l’inserimento di un immobile nella classe G?

L’attribuzione della classe energetica G è in genere legata all’anno di costruzione dell’immobile. Si tratta solitamente di strutture piuttosto datate, edificate decenni prima dell’introduzione delle normative sull'efficienza energetica e della diffusione dei principi della bioedilizia. Al contempo, non si tratta di antichi edifici di lusso ed eminente pregio storico, artistico o architettonico. Un bene immobile inserito nella classe energetica G risale tipicamente a prima degli anni Ottanta e potrebbe presentare:

  • isolamento termico inadeguato;
  • impianti di riscaldamento e raffreddamento obsoleti;
  • infissi non efficienti;
  • struttura che disperde facilmente il calore;
  • sprechi energetici elevati.

Una casa di classe G richiede grandi quantitativi di energia per il riscaldamento, il raffreddamento, la ventilazione e la produzione di acqua calda. Ne consegue che vivere in una casa di classe G implichi scarso comfort abitativo ed elevati consumi energetici, che comportano bollette salatissime in particolar modo nella stagione invernale ed estiva.

Quali sono le case non vendibili dal 2030?

Dal 2030 potrebbero non essere più vendibili gli edifici residenziali più energivori e meno efficienti dal punto di vista energetico, quindi appartenenti alle classi F e G, ritenuti responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra e dei più elevati consumi di energia elettrica.

I proprietari di immobili di classe F e G sono pertanto tenuti ad adoperarsi per attuare interventi di efficientamento energetico nelle proprie abitazioni per raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030.

Cosa fare per raggiungere la classe energetica minima per poter vendere casa?

A meno che si tratti di strutture al limite della fatiscenza, in genere non occorre obbligatoriamente eseguire un'opera di totale ristrutturazione e rinnovamento. Nella maggior parte dei casi per migliorare di almeno un paio di classi l’efficienza energetica potrebbero essere sufficienti interventi mirati di isolamento termico, tra cui:

  • rifacimento del cappotto termico interno ed esterno che, in sostanza, aiuta a mantenere calda la casa in inverno e fresca in estate, evitando la dispersione di calore nei mesi freddi e il surriscaldamento in quelli caldi;
  • coibentazione delle pareti e del tetto, per evitare scambi non solo di calore tra interno ed esterno ma anche di vibrazioni, migliorando l’isolamento termoacusticodegli ambienti;
  • sostituzione di infissi e serramenti datati e installazione di soluzioni ad alta prestazione, a doppio o triplo vetro e con adeguate guarnizioni per evitare spifferi e dispersioni di calore tra interno ed esterno;
  • isolamento dei cassonetti delle eventuali tapparelle avvolgibili, per impedire l'ingresso di aria fredda dall'esterno in inverno e aria calda in estate.

Già solo limitando le dispersioni di calore si riduce nettamente la necessità di tenere il riscaldamento o il climatizzatore al massimo, con conseguente riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti.

La direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici prevede anche la sostituzione delle caldaie alimentate da combustibili fossili con performanti caldaie a condensazione o pompe di calore.

In linea generale, per farsi un’idea su come muoversi è consigliabile affidarsi a un professionista che esegua un’accurata valutazione immobiliare, analizzi le effettive condizioni impiantistiche, strutturali e manutentive dell’edificio ed elabori una stima sull'entità, i tempi e i costi degli interventi necessari per migliorare l’efficienza energetica della struttura e limitare gli sprechi affinché venga inserita in una classe energetica migliore.

Chi non potrà più vendere o affittare casa?

Gli edifici residenziali che, entro le scadenze indicate dalla direttiva UE, non dovessero soddisfare le condizioni stabilite e risultassero quindi appartenere ancora a classi energetiche inadeguate non saranno più vendibili o affittabili. Verosimilmente, dal 2030 non sarà più consentita la compravendita di abitazioni con scarsa efficienza energetica.

L'applicazione della direttiva direttiva case green rischia di avere un impatto importante sul mercato immobiliare italiano, generando con buona probabilità una forte svalutazione degli immobili appartenenti alle classi energetiche più basse negli anni a venire e una lunga lista di case invendibili a partire dal 2030.

Adeguamento energetico: case e immobili su cui non occorre intervenire

L'applicazione di suddetto provvedimento non riguarda tutte le tipologie di immobili destinati all’uso abitativo.

Anche nel caso in cui appartenessero alle classi energetiche più basse, non è obbligatorio intervenire su:

  • edifici e complessi di significativo valore storico, artistico e architettonico;
  • immobili ubicati in aree protette o sottoposte a vincoli paesaggistici, ambientali, artistici e archeologici;
  • edifici agricoli;
  • edifici a uso temporaneo, utilizzabili per non più di un paio di anni;
  • fabbricati con superficie utile inferiore a 50 metri quadri.

Sono escluse anche le seconde case di proprietà utilizzate per meno di 4 mesi all’anno o che, comunque, producano un consumo di energia elettrica non superiore al 25% di quello che risulterebbe dall’uso costante della struttura durante tutto l’anno.

Tre punti chiave 

  • La direttiva europea case green prevede che vengano attuati interventi di efficientamento energetico sugli immobili con le prestazioni energetiche peggiori, portandoli come minimo in classe E entro il 2030.
  • Per gli immobili che, entro le scadenze previste, non siano in grado di garantire le performance energetiche indicate dalle direttive europee sull’efficientamento energetico saranno imposti limiti circa il loro utilizzo, accompagnati molto probabilmente da sanzioni pecuniarie.
  • Dal 2030 potrebbero non essere più vendibili gli edifici residenziali appartenenti alle classi energetiche F e G, ritenuti responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra e di elevati consumi di energia elettrica.

Fonti

FAQ

Conviene comprare casa in classe energetica G? 

Gli edifici di classe G sono i meno efficienti dal punto di vista energetico. L’acquisto di una proprietà appartenente alla classe energetica più bassa implica la necessità di attuare con estrema sollecitudine interventi di efficientamento energetico per ridurre i consumi di energia elettrica, gli sprechi e i costi di gestione affinché l’immobile passi a una classe superiore.

Cosa succede se non ristrutturo casa entro il 2030? 

Se possiedi un immobile ascrivibile alle classi energetiche F e G e non ti adoperi per mettere in atto interventi volti a migliorarne l’efficienza energetica affinché raggiunga perlomeno la classe E entro il 2030 molto probabilmente non lo potrai né vendere né affittare e dovrai provvedere al pagamento di sanzioni pecuniarie.

La classe energetica B è buona? 

Sì, nell'ambito delle classificazioni energetiche degli immobili che vanno dalla classe G alla classe A, che indica la fascia con la migliore efficienza a livello energetico, la classe B è da considerarsi buona, in quanto offre un apprezzabile equilibrio tra consumi contenuti, contenimento degli sprechi e una gestione sostenibile delle risorse.

Jessica Maggi
Copywriter freelance con esperienza ultradecennale sia sul web che sulla carta stampata, con focus specifico nel settore immobiliare, fiscale, tributario e delle costruzioni. Laureata all’Università degli Studi di Milano, scrive sia in italiano che in inglese.
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