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Si può Vendere un Immobile non Accatastato?

Jessica Maggi
02.01.2025
6 min

Un immobile non accatastato non può essere oggetto di compravendita immobiliare. In questo articolo illustreremo cosa occorre fare per ovviare a tale mancanza e quali sono i rischi in caso di mancato accatastamento.

Cos’è l’accatastamento?

L’accatastamento di un bene immobile consiste nel suo inserimento nel registro nazionale del catasto, un’operazione con cui si notificano ufficialmente la presenza e le caratteristiche tecnico-fisiche del bene in oggetto, lo si assegna a una specifica categoria catastale e si definisce il suo valore fiscale.

Il risultato dell’operazione di accatastamento consiste nell’elaborazione di un documento utile per la determinazione dell’agibilità e dell’abitabilità dell’immobile e per il calcolo di tasse, tributi e imposte locali, tra cui, in primis, l’imposta municipale unica (IMU) e la tassa sui rifiuti (TARI).

Nel registro del catasto sono iscritti tutti i fabbricati e terreni presenti sul territorio italiano, con qualche eccezione prevista dalla legge, come vedremo nei prossimi paragrafi.

Cosa significa immobile non accatastato?

Immobile non accatastato

Non è accatastato l’immobile che non risulta iscritto nei registri nazionali del catasto. Nello specifico, un immobile si dice non accatastato quando la sua costruzione non viene segnalata al catasto entro 30 giorni dal momento in cui diventa agibile o servibile all’uso a cui è preposto.

La mancata registrazione al catasto riguarda perlopiù costruzioni abusive e unità abitative risultanti da frazionamenti immobiliari.

Cosa succede se un immobile non è accatastato?

In caso di nuove costruzioni o interventi edilizi su strutture preesistenti che ne modifichino lo stato, la consistenza catastale o il classamento, la legge prevede che si debba procedere rispettivamente con l’accatastamento e l’aggiornamento dei dati presenti in catasto, pena l’applicazione di pesanti sanzioni amministrative, che possono arrivare a superare gli 8000 euro.

Il mancato accatastamento implica anche l’impossibilità di vendere l’immobile.

Quando non si deve accatastare un immobile al catasto?

L’accatastamento è obbligatorio per legge per alcune tipologie di immobili mentre per altre non è necessario. Approfondiamo insieme.

Quando è obbligatorio l’accatastamento?

Sono soggetti all’obbligo di accatastamento:

1. Nuove costruzioni

La costruzione di un immobile, deve essere segnalata al catasto entro 30 giorni dal momento in cui diventa abitabile o pronto per la destinazione d’uso a cui è preposto.

2. Modifiche a immobili già censiti

Occorre aggiornare i dati depositati al catasto in seguito a interventi che comportano una variazione dello stato, del valore, del classamento, della consistenza e della relativa rendita catastale, come ristrutturazioni edilizie, cambi di destinazione d'uso, ampliamenti o riduzioni della metratura, restauri, fusione o frazionamento di più unità immobiliari.

    Quali sono i beni immobili senza obbligo di accatastamento?

    L’articolo 3 del decreto del ministero delle Finanze numero 28 del 2 gennaio 1998 indica specifiche tipologie di beni per cui non è necessariamente richiesta l’iscrizione al catasto.

    Quali sono i beni immobili non accatastabili?

    Sono definite non accatastabili le seguenti tipologie di beni immobili:

    • strutture con superficie inferiore a 8 metri quadri;
    • strutture senza copertura;
    • tettoie, pollai, casotti, concimaie, pozzi e porcili di altezza utile inferiore a 1,80 metri e volumetria fino a 150 metri cubi;
    • manufatti non stabilmente infissi al suolo;
    • serre adibite alla coltivazione di piante sul suolo naturale.

    Lastrici solari e costruzioni inidonee a utilizzazioni produttive di reddito per via dell'accentuato livello di degrado vanno iscritti in catasto ma senza l’attribuzione della rendita catastale.

    Come vendere un immobile non accatastato?

    Un fabbricato o un terreno non accatastato non può essere oggetto di compravendita immobiliare. Nello specifico, un immobile non può essere venduto se l’intestazione catastale non corrisponde al vero e la planimetria non ne rappresenta lo stato di fatto.

    Per poter procedere con la vendita, è imperativo che risultino aggiornati i dati caratteristici dell’immobile, ossia la consistenza, la categoria, la classe e la rendita catastale, essenziali per il calcolo di tasse, tributi e imposte locali, tra cui, in primis, l’imposta municipale unica (IMU) e la tassa sui rifiuti (TARI).

    Il mancato accatastamento e la conseguente difformità catastale determinano la nullità dell’atto notarile di compravendita.

    La parte venditrice è, pertanto, tenuta a verificare la situazione catastale del bene in questione e rilasciare una dichiarazione che attesti l’esatta corrispondenza tra i dati catastali, le planimetrie e lo stato dell’immobile.

    Cosa fare se un immobile non risulta al catasto?

    Se il bene oggetto di vendita non risulta nel registro del catasto o si riscontrano incongruenze e difformità catastali, prima del rogito è necessario rivolgersi a un professionista abilitato per regolarizzare la posizione dell’immobile.

    Cosa occorre fare per mettere in vendita un immobile non accatastato?

    Per mettere in regola un immobile non accatastato affinché possa essere immesso nel mercato immobiliare e ceduto a terzi occorre procedere all’accatastamento dello stesso. L’operazione, però, non può essere svolta in autonomia. È necessario affidarsi a un professionista abilitato, come un geometra, un perito edile, un architetto o un ingegnere, che presenti un’apposita richiesta all’Agenzia delle Entrate.

    Come regolarizzare un immobile non accatastato?

    L’accatastamento di un’unità immobiliare richiede, come accennato, l’intervento di un professionista. La procedura si articola in varie fasi, che illustriamo di seguito:

    • sopralluogo dell’immobile;
    • redazione di un tipo mappale per inserire la costruzione nel contesto urbano;
    • segnalazione del passaggio dal catasto terreni al catasto fabbricati con il software Pregeo presente sul portale dell'Agenzia delle Entrate;
    • inserimento della planimetria dell’immobile nel sistema informatico mediante il software Docfa (Documenti catasto fabbricati), creato dal ministero delle Finanze;
    • invio della documentazione all’Ufficio del Territorio dell'Agenzia delle Entrate mediante il Sistema Interscambio Territorio (Sister).

    L’Agenzia delle Entrate, dopo aver verificato la correttezza dei dati, rilascia un documento contenente gli identificativi catastali dell’immobile e la relativa rendita.

    In caso di modifiche apportate a immobili già censiti, il professionista produce direttamente la planimetria aggiornata con la procedura telematica Docfa e invia il tutto all’Ufficio del Territorio.

    Si segnala che l’approvazione da parte dell’Agenzia delle Entrate può richiedere fino a 12 mesi dal momento in cui la richiesta di accatastamento viene presentata.

    Cosa serve per accatastare un immobile?

    Il professionista, per gestire la pratica di accatastamento, necessita della seguente documentazione:

    Occorre altresì fornire i riferimenti delle pratiche edilizie con cui il bene è stato eretto o modificato.

    Quanto costa accatastare un immobile non iscritto al catasto?

    L’accatastamento di un immobile non è un’operazione a costo zero. È necessario provvedere al pagamento di: 

    • diritti erariali da versare allo Stato;
    • onorario del professionista che si occupa della pratica di accatastamento.

    L’importo di entrambe le voci di spesa può variare in base a vari fattori, tra cui le dimensioni dell’immobile da sanare, l’ubicazione e la complessità della planimetria dell’edificio. Può essere utile richiedere più preventivi a professionisti diversi e scegliere quello più conveniente.

    Esempi di quanto costa una pratica di accatastamento?

    Per la registrazione al catasto di un immobile il costo medio è orientativamente pari a 1500/2500 euro a seconda della complessità dei rilievi. Il costo medio, invece, per l’aggiornamento dei dati presenti in catasto è di 500 euro circa.

    Vanno poi aggiunti i diritti erariali, il cui importo varia indicativamente da 50 a 100 euro per scheda.

    Tre punti chiave 

    • Un fabbricato o un terreno non debitamente accatastati non possono essere oggetto di compravendita immobiliare.
    • In caso di nuove costruzioni o variazione nello stato di immobili già esistenti si deve provvedere rispettivamente all’accatastamento e all’aggiornamento dei dati presenti in catasto, pena l’applicazione di pesanti sanzioni amministrative.
    • Se l'immobile oggetto di vendita non risulta nel registro del catasto o si riscontrano difformità catastali, prima del rogito notarile è necessario rivolgersi a un professionista abilitato per regolarizzare la posizione dell’immobile.

    Fonti

    FAQ

    Si commette un reato di abuso edilizio per non aver accatastato un immobile? 

    Il mancato accatastamento di un immobile è una violazione amministrativa, non un reato di abuso edilizio, che riguarda interventi eseguiti senza i necessari permessi o in difformità rispetto alle normative urbanistiche.

    Quanto costa accatastare una casa di 100 metri quadrati? 

    Il costo per accatastare un’unità immobiliare di 100 metri quadri varia orientativamente tra 1500 e 2500 euro circa, a cui occorre aggiungere i diritti erariali da versare allo Stato.

    Quanto costa accatastare una casa e chi paga? 

    Per una pratica di accatastamento il costo è sui 1500/2500 euro, a carico del costruttore per immobili di nuova realizzazione o del proprietario per immobili non accatastati da mettere in vendita.

    Jessica Maggi
    Copywriter freelance con esperienza ultradecennale sia sul web che sulla carta stampata, con focus specifico nel settore immobiliare, fiscale, tributario e delle costruzioni. Laureata all’Università degli Studi di Milano, scrive sia in italiano che in inglese.
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