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Quanto Vale un Immobile Appartenente alla Categoria Catastale C2?

Jessica Maggi
05.12.2024
6 min

Nel presente contributo si vuole approfondire la tematica dell’accatastamento C2. Vediamo nello specifico quanto vale un immobile C2 e quali tipologie di beni rientrano in questa categoria catastale.

Cos’è la categoria catastale C2?

Rientrano nella categoria catastale C2 gli immobili adibiti a:

  • magazzino;
  • deposito;
  • contenimento in deposito di merci commerciali, manufatti, prodotti e derrate alimentari;
  • esercizio della vendita all’ingrosso di merci commerciali, manufatti, prodotti e derrate alimentari.

Nella categoria C2 rientrano anche i fienili agricoli e non agricoli, le case cantoniere situate lungo le strade statali e provinciali, le soffitte e le cantine disgiunte dalle abitazioni.

Gli immobili accatastati C2 sono, quindi, spazi in cui si custodiscono manufatti e prodotti di vario genere ed eventualmente si procede con la vendita all’ingrosso degli stessi.

Cos’è il gruppo catastale C?

Quanto vale un immobile C2

I beni del gruppo C sono ripartiti in sottocategorie comprese tra C1 e C7 in base alla destinazione d’uso. L’assegnazione a una delle categorie del gruppo C, come tutte le altre, viene stabilita dall’ufficio del catasto dell’Agenzia delle Entrate in seguito a una domanda di accatastamento o mediante la dichiarazione di una nuova costruzione.

La specifica categoria a cui un bene immobile viene assegnato è indicata nella visura catastale, un importante documento che può essere estrapolato dalla banca dati dell'Agenzia delle Entrate. Nello specifico, in una visura catastale sono riportati i dati identificativi, tecnici, descrittivi, reddituali e catastali dei beni immobili presenti sul territorio nazionale, tra cui:

Con una visura catastale estrapolata dal portale Sister dell’Agenzia delle Entrate è, quindi, possibile conoscere la rendita catastale di un immobile, necessaria per quantificare la base imponibile per il calcolo delle imposte dirette.

Categoria C2, qual è il significato e cosa prevede la legge?

Affinché un bene possa appartenere alla categoria catastale C2 deve essere dedicato ad attività di stoccaggio, conservazione in deposito, magazzinaggio ed eventualmente vendita all’ingrosso.

Come indicato nella circolare del Ministero delle Finanze numero 146 del 2 agosto 1939, a determinare l’assegnazione di un bene alla categoria catastale C2 sono i seguenti criteri.

1. Destinazione d’uso

Rientrano nella categoria C2 gli immobili in cui viene esercitata l’attività di stoccaggio, deposito, magazzinaggio e vendita all’ingrosso di merci, manufatti, prodotti e derrate alimentari, nonché i fienili agricoli e non agricoli, le case cantoniere situate lungo le strade statali e provinciali, le soffitte e le cantine non di pertinenza di specifiche abitazioni.

2. Ubicazione

Gli immobili C2 hanno una posizione prevalentemente eccentrica rispetto ai centri abitati. In genere non è prevista una zona di allestimento per mostre.

Cos’è e come si calcola il valore catastale degli immobili C2?

Il valore catastale di un immobile attribuito alla categoria C2 è il suo valore fiscale, necessario ai fini del calcolo delle varie tasse e imposte dovute per il possesso dello stesso.

A un immobile appartenente alla categoria catastale C2 vengono attribuiti due tipi di valore, quali:

È utile calcolare il valore catastale di un immobile C2 prima dell’acquisto, per farsi un’idea di quanto si dovrà pagare di tasse per il possesso dello stesso.

Come si calcola il valore catastale di un immobile C2

Per calcolare il valore catastale è necessario conoscere la rendita catastale dell’immobile C2 in questione, che, secondo quanto sancito dall’articolo 23 del regio decreto legge numero 652 del 13 aprile 1939, corrisponde al valore che viene dato a ogni singola unità capace di generare reddito.

Per ottenere la rendita catastale si moltiplica l’estensione in metri quadri del bene per la relativa tariffa d’estimo elaborata dall’Agenzia delle Entrate a seconda della zona censuaria, della categoria catastale e della destinazione d’uso della proprietà.

Per conoscere la rendita catastale di un immobile C2 ci si può rivolgere all’ufficio del catasto o fare richiesta online all’Agenzia del Territorio di competenza. La rendita catastale può anche essere ricavata dalla dichiarazione dei redditi.

Come calcolare il valore catastale di un immobile C2?

Il procedimento da seguire per calcolare il valore catastale è il seguente:

  1. Si prende in considerazione la rendita catastale attribuita all’immobile C2.
  2. Si aggiunge alla rendita catastale dell’immobile il 5%, secondo quanto stabilito dall’articolo 3 della legge numero 662 del 23 dicembre 1996.
  3. Si moltiplica la cifra ottenuta per il coefficiente catastale di riferimento.

I coefficienti catastali sono importi fissi stabiliti dal decreto del Ministero delle Finanze del 14 dicembre 1991 in base alla destinazione d’uso dell’immobile e alla categoria catastale cui lo stesso è ascrivibile.

Il coefficiente catastale applicato ai fabbricati di categoria C2, C6 e C7 è 160. Pertanto, per ottenere il valore catastale di un bene di categoria C2 occorre aggiungere il 5% alla rendita catastale e moltiplicare per 160. Il risultato di tale operazione corrisponderà al valore catastale del bene, da usare come base imponibile per il calcolo delle tasse e imposte dovute per il possesso, la vendita e l’acquisto dello stesso.

Esempio di calcolo del valore di un magazzino C2

Facciamo un esempio concreto. Ipotizziamo di essere proprietari di un magazzino con una rendita catastale di 2000 euro. La legge prescrive la rivalutazione del 5% della rendita catastale prima di moltiplicarla per il coefficiente legislativamente previsto per la categoria di appartenenza dell’immobile oggetto di calcolo.

Per calcolare il valore catastale dovremo, quindi, aggiungere alla rendita catastale del magazzino il 5%. L’operazione da eseguire è la seguente:

2000 + (2000 × 5%)

2000 + 100 = 2100

Moltiplichiamo il risultato ottenuto per il coefficiente catastale relativo alla categoria catastale C2.

2100 x 160 = 336.000

Il magazzino di nostra proprietà ha, quindi, un valore di 336.000 euro.

L'uso abitativo è consentito? Cosa succede se si abita in un immobile C2?

Un bene appartenente alla categoria C2, come un magazzino o un deposito, non può essere destinato a uso abitativo e, in generale, a una destinazione d’uso che si discosti da quella per cui è stato originariamente concepito e costruito, ossia, attività di stoccaggio, conservazione in deposito, magazzinaggio ed eventualmente vendita all’ingrosso.

Gli immobili accatastati C2 non sono, quindi, idonei per essere abitati, a meno che si intervenga sulla struttura edilizia e vengano apportate modifiche funzionali a ottenere l’agibilità e l’abitabilità del bene e adeguarlo alle norme igienico-sanitarie.

Legalmente non è consentito né abitare né fissare la propria residenza anagrafica in un immobile accatastato C2. Chi abita in un immobile C2 commette un illecito punibile con pesanti sanzioni pecuniarie e si espone altresì a rischi non indifferenti per la salute, poiché l’ambiente potrebbe essere  non adeguatamente illuminato, riscaldato e ventilato, nonché privo di allacciamento a luce, gas e acqua.

Risiedere in un immobile C2 senza provvedere al cambio di destinazione d’uso, alla variazione di categoria catastale e all’adeguamento dell’ambiente alla nuova funzione comporta, quindi, una serie di significative conseguenze.

Quanto costa l'accatastamento di un immobile C2?

Il costo per l’accatastamento di un bene immobile nella categoria C2 comprende le tasse amministrative, gli onorari professionali ed eventuali spese aggiuntive per la preparazione della documentazione necessaria.

Il costo di un immobile censito al catasto nella categoria C2 può variare sensibilmente in base a:

  • posizione;
  • dimensioni;
  • condizioni manutentive;
  • anno di costruzione.

Per determinare con precisione il prezzo è necessario effettuare un’accurata valutazione immobiliare. In media, il prezzo al metro quadro oscilla indicativamente tra 500 e 2000 euro.

Tre punti chiave

  • Rientrano nella categoria catastale C2 gli immobili adibiti a magazzino, deposito e vendita all’ingrosso di merci commerciali, manufatti, prodotti e derrate alimentari.
  • Per calcolare il valore catastale di un immobile C2 si aggiunge il 5% alla rendita catastale attribuita al bene e si moltiplica il risultato ottenuto per 160, il coefficiente catastale attribuito alla categoria.
  • Gli immobili accatastati C2 non sono idonei per essere abitati, a meno che si intervenga sulla struttura edilizia e vengano apportate specifiche modifiche funzionali a ottenere l’abitabilità del bene e adeguarlo alle norme igienico-sanitarie.

Fonti

FAQ

Cosa posso fare in un locale C2?

Puoi dedicare un locale appartenente alla categoria catastale C2 ad attività di stoccaggio, conservazione in deposito, magazzinaggio, contenimento ed eventualmente vendita all’ingrosso di merci commerciali, manufatti, prodotti e derrate.

Come calcolare il valore di un immobile C2 dalla rendita catastale?

Il calcolo del valore di un immobile C2 si esegue moltiplicando la rendita catastale rivalutata del 5% per il coefficiente corrispondente alla categoria C2, pari a 160.

Che tasse si paga e non si paga per un immobile C2 di pertinenza di un’abitazione?

Se uno spazio C2 risulta essere di pertinenza di un immobile principale, non è previsto il pagamento dell’imposta municipale unica (IMU).

Jessica Maggi
Copywriter freelance con esperienza ultradecennale sia sul web che sulla carta stampata, con focus specifico nel settore immobiliare, fiscale, tributario e delle costruzioni. Laureata all’Università degli Studi di Milano, scrive sia in italiano che in inglese.
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